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domenica 4 maggio 2014

Ue: elezioni, -21, la strana campagna della poca Europa

Scritto per EurActiv.it lo 04/05/2014 -pastone-

Ernesto Galli della Loggia, sul Corriere della Sera di oggi, trova “strana” questa campagna elettorale europea in cui molto si doveva parlare d’Europa e dove, invece, se ne parla poco e sempre meno più passa il tempo.
Il fatto è che, sul che cosa fare nell’Unione e dell’Unione, una volta esaurito il formulario generico e passe-partout d'un’Europa "diversa", "democratica", "dei cittadini", "meno tedesca" e/o "anti-tedesca", pochi dei candidati e pure dei leader sanno davvero che cosa dire.

C’entra, come suggerisce Galli della Loggia, la fiacchezza di un progetto europeo in cui la visione dell’integrazione e il progetto federalista sono arretrati, mentre s'è fatta più forte l’identificazione dei cittadini con le loro piccole patrie regionali, donde separatismi e localismi.

Il vero punto politico delle prossime elezioni europee sarà il risultato dei partiti euro-scettici, nelle loro varie componenti, di estrema destra (Alba Dorata e i suoi accoliti britannici, ungheresi ed altri), di destra con coloriture xenofobe (L’Alleanza intorno al Front National con la Lega, belgi, olandesi, austriaci e altri), di sinistra (l’Altra Europa di Alexis Tsipras, con la sinistra radicale e alternativa), autonomista o separatista,  senza apparentamenti –per ora, ad esempio, il M5S-.

Questa convinzione è stata oggi ribadita da Romano Prodi, ex premier ed ex presidente della Commissione europea, secondo cui “i partiti anti-europei avranno successo alle prossime elezioni”, con l’augurio, però, che "la lezione del populismo insegni agli altri a correre e a fare le cose giuste". Purtroppo, però, dalla campagna elettorale arrivano segnali che il populismo viene più cavalcato che combattuto e che "le cose giuste" pochi abbiamo le idee chiare su quali sono.

"Credo che dopo le elezioni - ha detto Prodi, nella lectio magistralis tenuta alle Giornate del Lavoro della Cgil a Rimini - ci sarà una sufficiente maggioranza, probabilmente una grande coalizione, che spero prenda lezione da questi allarmi e inizi veramente la politica che bisogna fare in Europa". Il populismo, ha spiegato l'ex presidente della Commissione europea, è stato aggravato dalla crisi e rispecchia la "grande scontentezza" delle opinioni pubbliche "che deriva in buona parte dagli errori della politica europea". E, oltre all’euro-scetticismo, ci sarà sicuramente anche l'astensionismo.

Nella visione di Prodi il "disastro" è rappresentato dal fatto che "la Commissione non c'è più" e che "comandano gli Stati": "Questo è il vero problema, non che abbiamo troppa Europa". Per affrontare la crisi, secondo Prodi bisogna fare "una politica diversa nell'interesse stesso della Germania: gli Stati Uniti e la Cina hanno reagito alla crisi mettendo nuove risorse. L'Europa è nell'impasse: con la crisi delle istituzioni di Bruxelles, non ha fatto nulla".

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