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venerdì 2 maggio 2014

Ue: elezioni -23, l'Italia resta un Paese a due facce

Scritto per EurActiv.it lo 02/05/2014

Verhofstadt e, soprattutto, Tsipras possono ancora sperare di raggiungere, in Italia, la soglia del 4% necessaria per ottenere un seggio al Parlamento europeo. Ma l’Italia resta, per il momento, un Paese a solo due candidati alla presidenza della Commissione europea. 

Dal voto del 25 maggio, usciranno sicuramente eurodeputati italiani per il candidato socialista Martin Schulz (i 27 del Pd, secondo la media dei sondaggi e l’ultimo PollWatch) e per il popolare Jean-Claude Juncker (principalmente quelli di FI e del Ncd, che oscillano tra i 20 e i 21).

Gli altri eurodeputati italiani, un terzo dei 73 totali, non dovrebbero risultare collegati a nessun candidato alla presidenza della Commissione europea: i ‘grillini’, che dovrebbero essere una ventina, e i leghisti, 4 o 5. Il M5S non s’è finora apparentato con nessuno in Europa. La Lega sta nell’Alleanza creatasi intorno al Front National di Marine Le Pen. 

La percentuale degli eurodeputati ‘euro-scettici’ italiani risulterebbe, dunque, nettamente superiore alla media europea: 218 su 751, secondo l’analisi del think tank britannico Open Europe, che lavora su diversi sondaggi, appena meno del 30%. Oltre all’Italia, i Paesi con le rappresentanze euro-scettiche più importanti sarebbero il Regno Unito, dove l’Ukip potrebbe addirittura risultare il primo partito, la Francia con il Front National e la Rep. Ceca con il movimento dell’ex presidente Vaclav Klaus.

In Italia, la lista L’Altra Europa, che sostiene il leader di Syriza, il greco di sinistra Alexis Tsipras, sfiora la soglia del 4% -la raggiungesse, ci sarebbe una mini-ridistribuzione dei seggi-, come fa pure Fratelli d’Italia, che, però, non si riconosce in nessun candidato presidente. Invece, Scelta Europea, che appoggia il leader federalista belga, ed ex premier liberale, Guy Verhofstadt resta, per ora, lontana dalla soglia. Fuori corsa appaiono i Verdi, ben al di sotto, nei sondaggi, dal 4%. 

Tutte cifre scritte sulla sabbia d’un elettorato molto volatile, sia per quanto riguarda la volontà d’andare a votare sia per quanto riguarda la scelta da fare. E molti esperti avvertono che tutto, o quasi, si gioca nell’ultima settimana: Schulz e Juncker avranno, di sicuro, un tesoretto italiano, ma Tsipras e pure Verhofstadt potrebbero ancora raccogliere qualche briciola. E ‘grillini’ e leghisti possono, con la loro campagna ‘anti-euro’, raccogliere più consensi o spaventare, o semplicemente stancare, i cittadini.

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