Verhofstadt e, soprattutto, Tsipras possono ancora sperare
di raggiungere, in Italia, la soglia del 4% necessaria per ottenere un seggio
al Parlamento europeo. Ma l’Italia resta, per il momento, un Paese a solo due
candidati alla presidenza della Commissione europea.
Dal voto del 25 maggio, usciranno sicuramente eurodeputati italiani
per il candidato socialista Martin Schulz (i 27 del Pd, secondo la media dei
sondaggi e l’ultimo PollWatch) e per il popolare Jean-Claude Juncker (principalmente
quelli di FI e del Ncd, che oscillano tra i 20 e i 21).
Gli altri eurodeputati italiani, un terzo dei 73 totali, non
dovrebbero risultare collegati a nessun candidato alla presidenza della
Commissione europea: i ‘grillini’, che dovrebbero essere una ventina, e i
leghisti, 4 o 5. Il M5S non s’è finora apparentato con nessuno in Europa. La
Lega sta nell’Alleanza creatasi intorno al Front National di Marine Le Pen.
La percentuale degli eurodeputati ‘euro-scettici’ italiani risulterebbe,
dunque, nettamente superiore alla media europea: 218 su 751, secondo l’analisi
del think tank britannico Open Europe, che lavora su diversi sondaggi, appena
meno del 30%. Oltre all’Italia, i Paesi con le rappresentanze euro-scettiche
più importanti sarebbero il Regno Unito, dove l’Ukip potrebbe addirittura
risultare il primo partito, la Francia con il Front National e la Rep. Ceca con
il movimento dell’ex presidente Vaclav Klaus.
In Italia, la lista L’Altra Europa, che sostiene il leader di
Syriza, il greco di sinistra Alexis Tsipras, sfiora la soglia del 4% -la
raggiungesse, ci sarebbe una mini-ridistribuzione dei seggi-, come fa pure
Fratelli d’Italia, che, però, non si riconosce in nessun candidato presidente.
Invece, Scelta Europea, che appoggia il leader federalista belga, ed ex premier
liberale, Guy Verhofstadt resta, per ora, lontana dalla soglia. Fuori corsa
appaiono i Verdi, ben al di sotto, nei sondaggi, dal 4%.
Tutte cifre scritte sulla
sabbia d’un elettorato molto volatile, sia per quanto riguarda la volontà
d’andare a votare sia per quanto riguarda la scelta da fare. E molti esperti
avvertono che tutto, o quasi, si gioca nell’ultima settimana: Schulz e Juncker
avranno, di sicuro, un tesoretto italiano, ma Tsipras e pure Verhofstadt
potrebbero ancora raccogliere qualche briciola. E ‘grillini’ e leghisti
possono, con la loro campagna ‘anti-euro’, raccogliere più consensi o
spaventare, o semplicemente stancare, i cittadini.
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