Scritto per Il Fatto Quotidiano del 10/05/2015
I leader
occidentali disertano le celebrazioni sulla Piazza Rossa nel 70° anniversario
della Vittoria sul Nazismo e della fine della Seconda Guerra Mondiale: i Paesi
della Nato e dell’Ue non ci sono, in segno di protesta per l’atteggiamento
della Russia nella crisi ucraina, l’annessione della Crimea, l’attuazione
reticente degli accordi di Minsk. I ministri degli Esteri di Italia e Francia,
Gentiloni e Fabius, sono a Mosca, ma snobbano la parata: compaiono solo al
ricevimento, dopo avere deposto fiori sul monumento del milite ignoto, nei
giardini di Alessandro, sotto le mura del Cremlino.
Mentre le
autorità ucraine, che hanno appena equiparato nazismo e comunismo, mettono la
sordina alle celebrazioni, l’Occidente se ne tiene lontano in un puerile
riflesso da Guerra Fredda, immemore del fatto che quei russi sulla Piazza Rossa
furono suoi alleati nello sconfiggere nazismo e fascismo ed espansionismo militarista
nipponico, mentre gli ucraini stavano in buona parte dall'altra parte, succubi
o partecipi dell’ideologia nazista.
Dieci anni
or sono, nel 60° anniversario, il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush,
assistette sulla Piazza Rossa alla sfilata, dimostrazione d’orgoglio nazionalistico,
certo, come molte parate, ma anche e soprattutto omaggio ai protagonisti della
Vittoria superstiti. Oggi molto meno numerosi che nel 2005, sfilano -definiti 'gli Immortali'- carichi di
anni e di medaglie, con il peso d’una vita vissuta dopo la loro guerra, ma con
l’orgoglio di avere fatto, allora, almeno allora, la cosa giusta.
Lo stesso
orgoglio che si legge, sulle spiagge della Normandia, il 6 giugno di ogni anno,
negli occhi dei sempre più rari superstiti -americani, britannici, canadesi,
australiani, di molte altre nazionalità-, dello sbarco che innescò la fine
della guerra e la caduta del nazismo. E Putin, lì, l’anno scorso, c’era e
incontro il presidente ucraino Petro Poroshenko all’esordio internazionale.
Nel 2005,
Bush vedeva in Putin un alleato nella guerra al terrorismo e basta. Oggi, Obama
gli rimprovera disinvolture e soperchierie da super-potenza politicamente e
militarmente ritrovata, anche se l’economia, appesantita dalle sanzioni e dal
crollo dei prezzi dell’energia, zoppica. Ma è anacronistico che la Nato torni a
vedere nella Russia il nemico ed è deludente che l’Europa vada dietro
all'America con più unanimità di quanto non fece, ad esempio, nel 1980, dopo l’invasione
dell’Afghanistan, l’ultima –e determinante- ‘mossa sbagliata’ dell’Unione sovietica.
Per una
volta, la lettura degli eventi di Silvio Berlusconi pare corretta: l’Occidente
sbaglia a isolare la Russia e quelle poltrone vuote sulla Piazza Rossa sono
“non una prova di forza, ma l’emblema d’una nostra sconfitta”, scrive al
Corriere della Sera. Perché non ci sono Obama ed Europei, ma ci sono una
quarantina di capi di Stato e di governo i di organizzazioni internazionali:
gli autocrati dell’ex Urss –e va bene-, Cuba e il Vietnam, ma pure i leader di
Cina, India, SudAfrica –dei Brics, manca il Brasile-, Egitto e Palestina e pure il
segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon.
Putin si
mischia alla folla, con gesto inedito; poi, accoglie gli ospiti. E a Gentiloni
assicura persino sostegno all’Onu per la ‘diplomazia dell’immigrazione’
italiana ed europea. Ma denuncia pure “la crescente violazione dei principi
della cooperazione internazionale”, perché "oggi qualcuno pensa a un nuovo unipolarismo"..
La parata,
articolata in due parti, la storica e la moderna, è sontuosa: sfilano circa 200
mezzi militari (il doppio rispetto al 2014) e 16.000 soldati, anche dalla Crimea,
oltre a 2.300 veterani di guerra.
All’esordio gli ultimi prodotti della tecnologia militare russa: il pezzo più atteso è il nuovo carro armato T-14 Armata; ma ci sono pure i nuovi missili balistici intercontinentali Rs-24 Yars Mirv, complessi missilistici anticarro, blindati per le forze aviotrasportate; blindati per trasporto truppe, pezzi d’artiglieria semovente, veicoli corazzati capace di resistere alle mine.
All’esordio gli ultimi prodotti della tecnologia militare russa: il pezzo più atteso è il nuovo carro armato T-14 Armata; ma ci sono pure i nuovi missili balistici intercontinentali Rs-24 Yars Mirv, complessi missilistici anticarro, blindati per le forze aviotrasportate; blindati per trasporto truppe, pezzi d’artiglieria semovente, veicoli corazzati capace di resistere alle mine.
La festa
coinvolge tutta la Russia con parate in 150 città. E divide l’Ucraina: a Kiev,
nessuna festa – ma Poroshenko porta un mazzo di papaveri rossi al Milite
ignoto-; a Donetsk e a Lugansk, all’Est, marce e patriottismo russi, non
ucraini.
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