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domenica 3 maggio 2015

Usa: Baltimora, quando la resa dei conti è fra neri (più sociale che razziale)

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 03/05/2015

La cauzione, l’ha pagata il loro sindacato, che li difende senza mezze misure. E così i sei agenti della polizia di Baltimora, tre bianchi e tre neri, arrestati e incriminati per la morte d’un giovane afro-americano, l’ennesimo caso di ’mala polizia’ negli Stati Uniti, attendono liberi, ma almeno sospesi dal servizio, la convocazione e la riunione di un grand jury, che deve pronunciarsi sul rinvio a giudizio.

I quattro agenti accusati di omicidio di secondo grado –Caesar Goodson jr- o di omicidio colposo, con l’aggravante della totale indifferenza per la vita della vittima, William Porter, Brian Rice e Alicia White, hanno versato 350 mila dollari ciascuno per uscire di cella: rischiano una condanna fino a 30 anni. Invece, Edward Nero e Garret Miller, che devono rispondere di accuse minori, hanno pagato 250 mila dollari e rischiano una condanna a 10 anni.

Ma la strada del giudizio è ancora lunga e incerta: negli Stati Uniti, i grand jury si sono spezzo, anzi quasi sempre pronunciati contro il processo a poliziotti accusati d’avere causato la morte di cittadini neri disarmati, com’era il caso di Freddie Gray, 25 anni. L’estate scorsa, accadde a Ferguson, Missouri, nel caso che segnò l’avvio d’un anno di tensioni razziali nell’Unione, innescate da uccisioni apparentemente immotivate di neri disarmati.

Anche se la vicenda di Baltimora, una città della Costa Est, fra le più ‘europee’ e liberal dell’Unione, dove i neri sono una grossa fetta della popolazione locale, ha caratteristiche profondamente diverse da quella di Ferguson: più che una storia di razzismo suggerisce uno scontro fra frange di esasperati. Nelle metropoli della Costa Est, il poliziotto è un mestiere da neri, come fino a una generazione fa lo era da irlandesi o italo-americani; e mica tutti sono detective sofisticati come l’ispettore Tibbs, che, negli anni post-segregazione, riusciva a farsi rispettare anche a Sparta, Mississippi. E’ uno scontro fra gente che, per sbarcare il lunario, fa il poliziotto ed ha paura e gente dello stesso colore che protesta con la rabbia dentro e diventa facinorosa.

E, poi, a Baltimora c’è un ‘fattore donna’ assente altrove: in campo contro gli abusi della polizia e contro la violenza dei manifestanti, un tris di donne, tutte nere e tutte determinate: sono il ministro della Giustizia federale, Loretta Lynch, 56 anni, appena insediatasi con l’avallo del Senato, una che come magistrato s’è fatta le ossa a New York; il sindaco di Baltimora, Stephanie Rawlings-Blake, 45 anni, democratica; e il procuratore generale locale, Marilin Mosby, 35 anni, in carica da tre mesi, ma determinata a fare giustizia. A loro si aggiunge la madre nera scesa in strada per riportare a casa, a sganassoni,  il figlio adolescente che partecipava alla protesta incappucciato.

Tra i poliziotti afro-americani incriminati il più alto in grado è il tenente Rice, 41 anni. Gli altri sono l'autista del pulmino della polizia in cui Gray subì le ferite letali, Goodson, 45 anni, e la White, 30 anni, l’unica donna.

La liberazione dei sei ha innescato nuove proteste a Baltimora, dove migliaia di cittadini erano scesi in strada per inneggiare all'incriminazione: ci sono stati arresti, quando la gente, dopo il coprifuoco, non ha sgomberato le strade. E il fermento razziale ha di nuovo contagiato altre città: a New York, a Times Square, ci sono state manifestazioni e arresti il Primo Maggio, che negli Usa non è festa.

"I risultati dell’inchiesta, svolta in modo completo e indipendente -ha detto la Mosby-, ci hanno indotti a formulare le accuse": Gray morì a una settimana dall'arresto per 19 ferite alla spina dorsale. Era stato "fermato illegalmente" poiché "non aveva commesso alcun crimine".

L'indagine prosegue, con l’appoggio del presidente Obama, che ripete: “E’ vitale che venga a galla la verità e che la giustizia faccia il suo corso … Sono troppi i morti come Freddie Gray: non sono casi isolati… “.

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