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domenica 10 maggio 2015

Ue/Grecia, Eurogruppo domani senza intesa ma senza patemi

Scritto per La Presse il 10/05/2015

Vigilia senza patemi per l’Eurogruppo di domani a Bruxelles, l’ennesima riunione dei ministri delle finanze dei 19 Paesi della zona euro consacrata alla Grecia, nei cento e passa giorni del governo Tsipras insediatosi dopo le elezioni politiche del 25 gennaio.

Secondo fonti europee, l’obiettivo per domani è limitato e politico: giungere a un riconoscimento degli sforzi greci, passo che Atene spera consentirà alla Bce di sbloccare liquidità, alzando il tetto alle emissioni elleniche a breve, oppure ripristinando la deroga che consente a Francoforte di dare prestiti diretti alle banche greche, sospesa da febbraio.

Il che creerà le condizioni per proseguire le trattative, senza l’ansia che le casse di Atene restino vuote. Nonostante un certo ottimismo di marca greca, le fonti dell’Ue sono concordi nell'indicare che “serve ancora tempo per un accordo”: il ministro olandese Jeroen Dijsselbloem, presidente dell'Eurogruppo, ammette che sono stati fatti progressi negli ultimi giorni, nei negoziati a Bruxelles quasi ‘non stop’ e in una serie di bilaterali, ma esclude intese già domani.

E il ministro francese Michel Sapin, dopo avere visto giovedì il collega greco Yanis Varoufakis, ne ha smorzato la spinta ottimista: l’accordo non si farà domani, ma nei giorni a venire. Varoufakis, invece, aveva parlato di “molti punti condivisi” e di “accordo imminente”. Identica dialettica c’era stata dopo l’incontro tra il ministro italiano PierCarlo Padoan e il collega greco.

Di fatto, l’Unione ha aperto alla ristrutturazione del debito greco, che non è più un tabù, però solo dopo –precisa Dijsselbloem- un’intesa sul completamento del programma. E, alla fine, Varoufakis s’è rassegnato a porre l’orizzonte dell’accordo “entro due settimane”, cioè entro fine mese. Anche se a Bruxelles molti sarebbero soddisfatti che tutto questo negoziato si concludesse entro, e magari in coincidenza, con il vertice europeo che il 25 e 26 giugno concluderà il semestre di presidenza di turno lettone.

Certo, le dichiarazioni distensive, anche nelle ultime ore, si sono intrecciate con altre più urticanti. Nella metro di Atene continuano da settimane a essere diffusi video che sollecitano alla Germania le riparazioni di guerra; e il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble ripete che, se la Grecia dovesse affondare e uscire dall’euro, “non sarà colpa della Germania”. In una sorta di ping pong pco diplomatico, Euclid Tsakalotos, il nuovo capo negoziatore della Grecia, il vice-ministro degli Esteri con cui, secondo certe interpretazioni, il premier Tsipras avrebbe ‘commissariato’ Varoufakis, invita l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale a dimostrare concretamente l'intenzione politica di volere un accordo sul debito.

A rendere meno teso il clima della riunione di domani, contribuisce la pubblicazione, in settimana, da parte della Commissione europea, delle previsioni economiche di primavera, che danno l’Ue e l’eurozona in crescita e che confermano per l’Italia una graduale ripresa (+0,6% del Pil quest’anno, con il deficit sotto controllo e un lieve calo della disoccupazione innescato dal jobs act). Le cifre dell’Ue sono sostanzialmente coincidenti con quelle dell’Istat, che confermano la fine del triennio di recessione italiano, con una crescita del Pil dello 0,7% quest’anno, dell’1,2% il prossimo e dell’1,3% nel 2017.

L’Eurogruppo di domani e l’Ecofin di martedì –la riunione dei ministri dell’economia dei 28- potranno quindi svolgersi in un contesto relativamente sereno, rispetto ad altre analoghe recenti riunioni, mentre sono ancora forti gli echi ‘europeisti’ di molte dichiarazioni fatte in coincidenza della Festa dell’Europa di ieri, 9 Maggio. In Italia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto che “l’Ue ha bisogno di un cambio di rotta, meno austerità e stop agli egoismi sul lavoro e l’immigrazione, perché servono più integrazione e più valori”. E il premier Matteo Renzi ha rilevato che “c’è bisogno di Europa nel Mondo”, anche se l’Unione, che ha finalmente abbinato flessibilità a rigore, cresce di meno dei suoi partner nel Mondo globale.

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