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lunedì 11 maggio 2015

Ue/Grecia: Eurogruppo, ora ha più fretta Atene a corto di liquidi

Scritto per La Presse l'11/05/2015

Adesso, ad avere fretta è soprattutto la Grecia. I suoi partner della zona euro misurano i progressi, insistono sulla necessità di fare di più, avvertono che il tempo sta scadendo: ma per Atene, mica per loro. La riunione di oggi dell’Eurogruppo a Bruxelles s’è svolta secondo copione, quasi senza sussulti.

Alla fine, il più ansioso era il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, perché –ha spiegato- il problema di liquidità di Atene è "terribilmente urgente": va bene che "un accordo è più vicino" e che "il negoziato continua con spirito costruttivo", ma perché la situazione non precipiti "credo che dovremo trovare un accordo nelle prossime due settimane".

I suoi colleghi parlano dell’inizio di giugno, ma nessuno esclude che si arrivi in questa situazione fino al Vertice europeo di fine giugno, il 25 e 26, anche se i capi di Stato e/o di governo dei 28 s’eviterebbero volentieri un’altra pantomima con il premier greco Alexis Tsipras –ce ne sono già state tre, senza grosso costrutto-.

Il per solito bellicoso Varoufakis è quello che più insiste sull’accordo vicino e sulla convergenza fra i Paesi della zona euro, al punto che la Bce –sostiene- dovrebbe riaprire i cordoni della borsa. Ma i suoi partner, pur riconoscendo in un comunicato che la trattativa pare finalmente fare “passi in avanti concreti”, si limitano a constatare la necessità “di compiere in fretta nuovi sforzi”, perché “il tempo sta scadendo”.

Certo, molto meglio oggi a Bruxelles che il 24 aprile a Riga, quando nella riunione informale ‘volarono i piatti’, almeno in termini diplomatici. Ed è pure positivo che Atene s’appresti a superare un test di liquidità, rimborsando, contro i pronostici di molti, 800 milioni di euro all’Fmi.

Parecchi fissano la vera barra a inizio giugno, per avere il tempo di sbloccare gli aiuti che restano - circa 7 miliardi di euro - prima che l’attuale programma scada a fine mese. Il Gruppo di Bruxelles continuerà a negoziare per giungere a un’intesa da sottoporre ai ministri, che torneranno a vedersi fra circa un mese, ma che possono riconvocarsi in qualsiasi momento, osserva il loro presidente l’olandese Jeroen Dijsselbloem.

Il commissario agli affari economici Pierre Moscovici vede “indubbi progressi”, ad esempio sull'Iva, ma osserva che restano ancora aperte questioni come "le pensioni e il mercato del lavoro”, su cui si si attendono da Atene nuove proposte.

E il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble, chiamato a pronunciarsi sull’ipotesi di un referendum in Grecia sull’accordo che dovesse profilarsi nell’Eurogruppo, invece di bocciarla come una sorta di spauracchio, sorprende tutti affermando che “può essere giusto”: in fondo, la sua linea, dall’inizio di questo negoziato, è che tocca alla Grecia decidere, se stare –e fare- o andare.

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