Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 19/09/2016
Donald
Trump non si fa scrupolo di infiammare la campagna elettorale, cavalcando
l’incubo della minaccia terroristica e giocando sulla paura dell’America,
alimentata dai nuovi allarmi domenica sera, tra New York e New Jersey, dopo
un sabato di violenza, esplosioni e sangue.
Trump dice:
"Gente, viviamo in un momento in cui dobbiamo usare le maniere forti.
Dobbiamo usare le maniere molto, molto, molto forti''. Hillary Clinton,
invece, sceglie la via della prudenza e dell’esperienza: è vicina alle
vittime, ma avverte che "è sempre più saggio attendere informazioni
prima di trarre conclusioni".
L’esplosione
d’un ordigno e il rinvenimento d’un altro a Chelsea, a sud-ovest di
Manhattan, ancora senza moventi né responsabili, come la deflagrazione
senza vittime in New Jersey, oltre all'accoltellamento di otto persone in
un centro commerciale del Minnesota da parte di un uomo che il sedicente
Stato islamico ha poi definito un proprio soldato, sono per il magnate
occasioni per guadagnare consensi.
"E'
terribile quello che sta succedendo nel nostro Mondo, nel nostro Paese. Noi
dobbiamo usare le maniere forti, dobbiamo essere intelligenti e
vigili", dice ai suoi fan a Colorado Springs, parlando dell'esplosione
di una bomba ancora prima che le autorità ne ammettessero l’esistenza. In
un tweet, lo showman, poi, esprime i "più caldi saluti, auguri e
condoglianze a tutte le famiglie e alle vittime dell'orribile bomba a New
York", che non ha fatto morti.
La
Clinton parla ai cronisti sull’aereo della sua campagna e poi diffonde un
comunicato, dove "condanna con forza" gli "apparenti
attacchi terroristici" a New York, nel New Jersey e in Minnesota. A
suo avviso, la rivendicazione dell'accoltellamento da parte del Califfato “deve
convincerci a difendere gli Usa e a sconfiggere" il sedicente Stato
islamico.
Trump ha
interesse a mettere in rilievo la vulnerabilità del Paese, dove 'lupi
solitari' hanno colpito alla maratona di Boston, a San Bernardino e a
Orlando, colo per citare gli episodi più gravi. Vari strateghi elettorali
ritengono che uno o più attentati sul suolo americano in prossimità del
voto, specie se ispirati all'estremismo islamico, potrebbero spostare voti
verso il magnate.
Se la
'strategia della tensione' paga in termini elettorali, lo potranno indicare
i prossimi sondaggi. Scrive sull’ANSA Claudio Salvalaggio: “L'allarme
attentati, il senso di insicurezza fanno il gioco del tycoon, che continua
a dipingere il Paese a tinte fosche. Nelle rilevazioni il magnate è spesso
preferito alla Clinton sul capitolo 'sicurezza'. Del resto lui s’è
presentato fin da subito come candidato 'law and order' (riciclando il
motto di Nixon) e ha declinato il suo slogan principale ('Make America
Great Again') anche nella versione 'Make America Safe Again'”.
Tra le proposte
di Trump, oltre alla deportazione di 11 milioni di immigrati illegali, soprattutto
ispanici, c'è quella di bandire dagli Usa tutti i musulmani, poi edulcorata
col divieto d’ingresso agli immigrati provenienti da Paesi contaminati
dalla piaga del terrorismo, a partire dalla Siria, e con l’introduzione di
un test d’ingresso nell’Unione.
“Fiutando
l'aria che tira – scrive ancora Salvalaggio -, Trump non perde mai occasione
di sfruttare attentati o sparatorie indicandole come la prova di un'America
indifesa, anche se resta un paladino di quelle armi che sono la causa di
molte tragedie … Cinicamente, per il tycoon quello sta accadendo porta
acqua al suo mulino”.
Anche
per questo, la Clinton lo definisce “il miglior reclutatore”
dell’auto-proclamato Califfo. E il sedicente Stato islamico fa il tifo per
lui, convinto che retorica anti-Islam e frasi bellicose lo rendano "il
nemico perfetto", perché tendono a radicalizzare i musulmani in
America e in Europa e consentono al Califfo di fare nuovi proseliti.
"Chiedo ad Allah di portare Trump all'America", ha scritto in
agosto un portavoce integralista su Nashir, canale dello Stato islamico su
Telegram. (fonti vv – gp)
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