Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 25/09/2016
C’erano pochi dubbi che i maggiori quotidiani
statunitensi fossero schierati con Hillary Clinton e, soprattutto, contro
Donald Trump in queste elezioni. Washington Post, New York Times e Los Angeles
Times non hanno mai fatto mistero della loro insofferenza per il candidato
repubblicano, che li ha ricambiati con giudizi sprezzanti.
Adesso, è tempo di endorsement formali, come è nella
tradizione di trasparenza dei media Usa, che, con i loro lettori, non fingono
imparzialità, ma dichiarano con chi stanno. Dopo il LAT, il NYT, sotto il
titolo “Hillary Clinton presidente", si schiera con la candidata
democratica, dopo averla già appoggiata nelle primarie (fra i repubblicani,
sosteneva il governatore dell’Ohio John Kasich ).
"L'obiettivo è quello di persuadere coloro che
esitano a votare per la Clinton o perché sono riluttanti a votare per un
democratico, o per un altro Clinton, o per un candidato che in superficie non
offre un cambiamento" afferma il board editoriale del New York Times, che
definisce Trump il "peggiore candidato mai presentato da un partito nella
storia moderna".
"Passando attraverso la guerra e la recessione,
gli americani nati dall'11 Settembre sono stati costretti a crescere
rapidamente e meritano un presidente adulto, maturo. L'impegno che dura da una
vita di Hillary Clinton a risolvere i problemi del mondo reale la qualifica a
essere presidente".
"Il nostro appoggio affonda le sue radici nel
rispetto per la sua intelligenza, esperienza e coraggio" afferma il New
York Times, sottolineando che "in un normale anno elettorale, avremmo
confrontato i due candidati sui singoli temi. Ma questo non è un normale anno
elettorale. Un confronto sarebbe un esercizio vuoto in una corsa in cui un
candidato, Hillary Clinton, ha una storia al servizio del Paese e idee
pragmatiche e l'altro, Donald Trump, non dice nulla di concreto su se stesso o
sui suoi piani promettendo però la luna".
"La campagna 2016 ha portato in superficie la
disperazione e la rabbia dei poveri e della classe media americana, che ritiene
che il governo abbia fatto poco per allentare il peso della recessione, del
cambiamento tecnologico, della concorrenza straniera e della guerra. Nei suoi
40 anni di vita pubblica, Hillary Clinton ha studiato queste forze e valutato risposte
a questi problemi" nota il NYT. "Gli occasionali passi falsi di
Clinton, insieme agli attacchi sulla sua credibilità, hanno distorto la
percezione che si ha di lei. E' uno dei politici più tenaci della sua
generazione".
Dalla
Corporate America non un dollaro a Trump – Neanche uno degli amministratori
delegati delle cento maggiori società americane ha contribuito alla campagna di
Donald Trump: pubblicati dal Wall Street Journal e aggiornati a fine agosto, i
dati mostrano una netta inversione di tendenza rispetto al 202, quando un terzo
degli ad delle società di Fortune 100 avevano aiutato Mitt Romney, l’allora
candidato repubblicano.
Il WSJ riferisce che, durante le primarie, 19 amministratori delegati hanno fatto donazioni ad altri candidati repubblicani. 89 ad su 100 non apprezzano nessuno dei due candidati, mentre 11 stanno con Hillary Clinton. (fonti vv – gp)
Il WSJ riferisce che, durante le primarie, 19 amministratori delegati hanno fatto donazioni ad altri candidati repubblicani. 89 ad su 100 non apprezzano nessuno dei due candidati, mentre 11 stanno con Hillary Clinton. (fonti vv – gp)
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