Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 20/09/2016
L’assemblea generale delle Nazioni Unite, da ieri
avviata al Palazzo di Vetro dell'Onu a New York, dà l’occasione ai Clinton di
sciorinare la loro rete di connessioni internazionali e a Hillary d’incassare
l’endorsement di leader stranieri, dopo avere risposto con una vera e propria
strategia anti-terrorismo alle sparate demagogiche di Donald Trump, che, pur di
infiammare la campagna, cavalca senza scrupoli l’incubo della minaccia e gioca
sulle paure dell’America, dopo un week-end di esplosioni e sangue e allarmi dal
Minnesota al Nord-Est, tra New Jersey e New York.
L’uccisione dell’accoltellatore nel Minnesota,
d’origine somala, e la cattura dell’unico ricercato, d’origine afghana, per gli
ordigni tra New Jersey e New York giocano però a favore della coppia Obama/Clinton,
un ‘duo serenità’.
Terrorismo:
botta e risposta tra i candidati - Trump dice: “Siamo
sotto attacco, per la debolezza” del presidente e di Hillary, un suo clone.
Obama risponde proprio da New York: elogio la fermezza della gente del New Jersey
e della Grande Mela, assicura “Noi non soccomberemo mai alla paura”.
La collana di episodi di terrorismo è per il magnate
un’occasione per guadagnare consensi; e il fatto che i ‘lupi solitari’, ammesso
che lo siano, vengano da Stati dove gli americani sono intervenuti o sono
presenti (il Pakistan, l’Afghanistan, la Somalia) è la conferma di falle nel
sistema dei controlli alle frontiere. Falle che Hillary, indirettamente,
ammette, impegnandosi a rendere i controlli più severi e più efficaci.
Dopo l’iniziale prudenza, l’ex segretario di Stato
sceglie la via della determinazione: bolla come “demagogia” le affermazioni di
Trump secondo cui l’America di Obama, nella guerra al terrorismo, ha
collezionato più sconfitte in casa che vittorie in trasferta. Per la Clinton,
gli attacchi “devono convincerci a difendere gli Usa e a sconfiggere" il
sedicente Stato islamico.
Una volta delineato il suo piano, basato sulla sua
esperienza nella lotta anti-terrorismo – lei stava nella ‘situation room’ della
Casa Bianca, il giorno che le forze speciali scovarono ed eliminarono Osama bin
Laden -, sfida il rivale a sciorinare il ‘piano segreto’ cui fa spesso
riferimento, ma di cui molti mettono in dubbio l’esistenza.
Gli
incontri a New York, imbarazzo al-Sisi – A New York, la Clinton ha
incontrato il premier giapponese Shinzo Abe, sottolineando l'importanza di un
legame forte tra Stati Uniti e Giappone. Nel colloquio tra i due è stato toccato
anche il tema del Tpp, l’accordo commerciale del Pacifico voluto da Barack
Obama e che attende la ratifica del Congresso, ma cui Hillary è contraria.
Quello con Abe è uno degli incontri con leader
internazionali che la candidata democratica intende avere a margine dell’assemblea
generale delle Nazioni Unite: nei giorni scorsi erano stati confermati colloqui
con i presidenti egiziano Abdel Fattah al-Sisi e ucraino Petro Poroshenko,
senza escludere altri bilaterali. Anche Trump ha annunciato un incontro con
al-Sisi.
IL presidente egiziano è, però, un potenziale motivo
di imbarazzo: il Dipartimento di Stato Usa s’è appena detto ''preoccupato'' per
la decisione di una corte del Cairo di congelare i beni di alcune importanti
organizzazioni per i diritti umani e dei loro dirigenti, che starebbero”
documentando violazioni e abusi e difendendo le libertà riconosciute dalla
costituzione egiziana''.
L’ennesimo
endorsement di Matteo Renzi - "Mia moglie l'aspetta al G7
del 2017 in Sicilia come First Husband". Scherzando così, il premier
Matteo Renzi s’è rivolto ieri a Bill Clinton, ribadendo, per l’ennesima volta
il proprio sostegno alla candidatura di Hillary Clinton alla Casa Bianca.
La sortita di Renzi ha chiuso un dibattito svoltosi alla Clinton Global Initiative, cui, oltre a Renzi, hanno partecipato il presidente dell'Argentina Mauricio Macri, il sindaco di Londra Sadiq Khan e l'ex ministra delle Finanze della Nigeria Ngozi Okonjo-Iweala. (fonti vv - gp)
La sortita di Renzi ha chiuso un dibattito svoltosi alla Clinton Global Initiative, cui, oltre a Renzi, hanno partecipato il presidente dell'Argentina Mauricio Macri, il sindaco di Londra Sadiq Khan e l'ex ministra delle Finanze della Nigeria Ngozi Okonjo-Iweala. (fonti vv - gp)
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