Scritto per Il Fatto Quotidiano del 26/09/2014
Il futuro ha i colori della minaccia: quelle di attentati che arrivano dal califfato. I Paesi occidentali rafforzano le misure di sicurezza sul proprio territorio. Il premier iracheno al Abadi, all’esordio ‘fuori le mura’ all’Onu, dice che cellule terroristiche stanno preparando attacchi negli Usa e in Francia: tra gli obiettivi, stazioni della metropolitana. Per sospetti di terrorismo, la polizia londinese ha arrestato 9 persone, tra cui un predicatore radicale.
Per restituire al futuro i colori della speranza, il premier Renzi, parlando all’Onu, conferma l’adesione
dell’Italia alla coalizione contro il califfato, che accusa di genocidio: “E un
pericolo per l’intera umanità”.
Gli Stati Uniti e i loro alleati arabi hanno attaccato la
scorsa notte le installazioni petrolifere controllate dallo Stato islamico
nell'Est della Siria. L’aviazione francese ha invece bombardato sull'Iraq, il
giorno dopo la decapitazione d’un ostaggio in Algeria –il boia sarebbe stato
identificato-.
Per la prima volta dall'estensione alla Siria, martedì
scorso, dei raid internazionali, aerei americani, sauditi e degli Emirati -10
dei 16 velivoli impegnati nelle missioni erano arabi- hanno colpito 12
raffinerie. Installazioni che producono,
secondo il Pentagono, tra i 300 e i 500 barili di petrolio al giorno e che
fruttano al califfato due milioni di dollari al giorno. Gli alleati mirano a mettere a secco lo Stato islamico, che vende il
petrolio a intermediari senza scrupoli.
I francesi sono
entrati in azione per la seconda volta da quando si sono uniti alla campagna
aerea. Le autorità di Parigi intendono, inoltre, “intensificare l’appoggio alle
forze d’opposizione siriane che combattono le milizie jihadiste”.
Secondo fonti siriane, i raid hanno finora eliminato 129
combattenti integralisti stranieri e 12 siriani. Il Consiglio di Sicurezza
dell’Onu ha votato all’unanimità una risoluzione che impone a ogni Stato, sotto
pena di sanzioni, di impedire ai propri cittadini di arruolarsi in milizie
estremiste.
Il tema della lotta all’integralismo continua a dominare il
dibattito di fronte all’Assemblea generale.
Il presidente iraniano Hassan Rohani denuncia “errori di
strategia” dell’Occidente in Medio Oriente e specie in Siria –Teheran è alleata
del regime di Damasco-, citando “le aggressioni militari contro l’Afghanistan e
l’Iraq e le ingerenze inappropriate in Siria”.
Belgio e Olanda ufficializzano l’adesione alla coalizione
con aerei F-16. E il premier Cameron chiederà oggi ai Comuni di approvare la
partecipazione britannica ai raid internazionali, senza essere “pietrificati dalla paura” di ripetere l’errore del 2003 in Iraq.
Sul terreno, in Iraq le milizie jihadiste hanno fatto
esplodere un santuario musulmano e avrebbero minato (o distrutto) una chiesa
cristiana a Tikrit, città che controllano,
mentre si combatte nella provincia di al-Anbar. In Siria, la città curda di
Kobané resta sotto assedio -36 i caduti ieri-, dopo che i miliziani hanno preso
una sessantina di villaggi nel nord del Paese al confine con la Turchia.
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