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giovedì 25 settembre 2014

Colazione anti-Is: parole di Obama e raid non fermano milizie

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 25/09/2014
Dalla tribuna dell’Onu, il presidente Usa Barack Obama invita il Mondo “a unirsi” per “distruggere lo Stato islamico” in Iraq e in Siria, proprio mentre, in Algeria, gli integralisti diffondono il video della decapitazione d’un ostaggio francese: un rituale simile, non identico, a quello delle esecuzioni dei tagliagole dell’Is. Nei cieli del Califfato, proseguono gli attacchi aerei contro le milizie jihadiste condotti dagli americani e dai loro alleati arabi: 4 sulla Siria,uno sull’Iraq.
“Il solo linguaggio che assassini come questi capiscono è quello della forza”, afferma Obama, che chiede alla comunità internazionale di affrontare unita la sfida della "rete della morte" e si rivolge ai musulmani: "Gli Stati Uniti non sono e non saranno in guerra contro l'Islam", una religione che "insegna la pace". Poi ammette che contro il terrorismo non s’è fatto abbastanza.
Lo Stato islamico, dice Obama all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, "deve essere distrutto": sul terreno, ma anche su internet e nei social media. "Non cederemo alle minacce", avverte, forte del fatto che già 40 Paesi si sono uniti nella coalizione anti-Is: ”Il futuro non è di chi distrugge, ma di chi costruisce”.
Il presidente invita "quanti si sono uniti" agli jihadisti a "lasciare il campo prima possibile": gli Usa non intendono occupare alcun Paese, ma "sono al fianco degli iracheni e dei siriani che si battono per redimere le loro comunità". Passaggi del discorso sono anche stati dedicati al Medio Oriente, all’Iran –un invito a Teheran a cogliere l’opportunità “storica” di distensione- e alla crisi ucraina.
Il premier Renzi plaude al discorso di Obama, con cui scambia qualche battuta, e conferma: “Facciamo parte della coalizione”, senza, però,partecipare ai raid.
L’esecuzione dell’ostaggio francese Hervé Gourdel, 55 anni, guida alpina, segue il rigetto, da parte del presidente francese François Hollande, dell’ultimatum dei rapitori, il gruppo Jund al-Khaliga, vicino all’Is: “Sospensione della partecipazione della Francia ai raid sulla Siria”.
E, invece, la scorsa notte, i raid sono continuati e hanno avuto un “forte impatto”, per il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Susan Rice. Non è però confermato che sia stato ucciso Muhsin al-Fadhli, da tempo esponente di al Qaeda, leader della cellula Khorasan, considerata la più pericolosa del Fronte al-Nusra.
A due giorni dal'ampliamento della campagna di attacchi contro l'Is, appare chiaro che quella in atto è solo "la prima ondata”. La seconda notte di raid con aerei, droni, missili su obiettivi in Siria mirava a “posizioni e vie d’approvvigionamento” delle milizie jihadiste, intorno a Kobané, località curda circondata dagli integralisti, e nella zona di Aleppo, nel Nord del Paese. Il Comando centrale Usa annuncia la distruzione di mezzi da trasporto dell’Is.
Secondo alcuni bilanci, sotto le bombe gli jihadisti avrebbero già perso 120 uomini. Ma fonti dell’Is sminuiscono le stime: le milizie si sarebbero disseminate sul terreno per attenuare l’impatto dei raid. E fonti curde da Kobané indicano che i miliziani avrebbero trasferito lì da Raqqa uomini e mezzi.

La coalizione potrebbe presto avere un sostegno militare più attivo da Gran Bretagna e Turchia, oltre che da Belgio e Olanda. All’Onu, gli Usa lavorano per una risoluzione che consenta d’arginare il flusso dei “combattenti terroristi stranieri” che s’arruolano nelle milizie: un centro studi londinese calcola che gli stranieri in armi sarebbero già 12mila da 74 Paesi diversi, fra cui 3000 europei. E dall’Occidente arrivano pure fondi, come 1150 milioni di Iva italiana sottratti al fisco e finiti all’Is.

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