Scritto per Media Duemila online ed EurActiv.it il 24/09/2014
Missione, governance, finanziamento d’un servizio
pubblico evoluto da audiovisivo a crossmediale: sono i temi della riflessione portata
avanti per cinque anni da Infocivica e giunta ormai al momento della sintesi. L’ultimo
seminario dell’associazione, svoltosi nell'ambito del
Prix Italia, era dedicato, nel titolo, alla governance e alle regole del gioco,
ma è in realtà servito a fare il punto del percorso fin qui fatto dal ‘gruppo
europeo’ di ricercatori ed operatori.
Dopo l’apertura dei lavori affidata a paolo Morawski, segretario
generale del prix Italia, a fare da tela di fondo alla discussione sono state le
relazioni introduttive del dottor Giacomo Mazzone (Uer) e dei professori
Matthew Hibberd, Giuseppe Richeri e Michele Sorice. Le conclusioni sono state
affidate a Calo Rognoni, giornalista, direttore, già vice-presidente del Senato
e consigliere della Rai, e a Claudio Cappon, vice-presidente dell’Uer-Ebu, già
direttore generale della Rai.
A fare da interlocutori e provocatori, i responsabili di
Infocivica: il presidente Massimo De Angelis, il vice-presidente Gianni
Bellisario, il segretario generale Bruno Somalvico; e Manlio Cammarata,
giornalista e consulente editoriale, Nicola D’Angelo, giurista e magistrato,
Piero De Chiara, esperto di media e comunicazioni elettroniche, Stefano Lupi
delle relazioni istituzionali e internazionali Rai.
In questi anni, la riflessione del gruppo s’è sviluppata
nonostante un doppio ostacolo. Da una parte, essa ha coinciso con la profonda
crisi economica che ha paralizzato l’integrazione europea, concentrando
l’attenzione sui temi del rigore e del rispetto delle regole e sottraendo
spazio, oltre che risorse, ad altre aree di possibile approfondimento
dell’integrazione. Dall'altra parte, ha faticato, come avviene in tutti gli
esercizi di sistematizzazione teorica, a tenere il passo con la rapidità
dell’innovazione tecnologica, che modifica di continuo il panorama mediatico.
In mancanza di un quadro di riferimento europeo, i modelli
nazionali sono evoluti in modo autonomo e talora divergente, avendo come unico
vincolo comune la necessità di ridurre i costi. C’è pure incertezza sull'obiettivo
di fondo, tra chi s’accontenta d’identificare criteri comuni per i media di
servizio pubblico europei e chi pensa si possa arrivare a un vero e proprio
servizio pubblico europeo,
Adesso, si può aprire in Europa una fase nuova, dal punto di
vista economico con il superamento della crisi –sperando che i dati lo
confermino- e dal punto di vista istituzionale con l’insediamento della nuova
Commissione e il rinnovo dei Vertici. Mentre, in Italia, arrivano a compimento
scadenze cruciali per il servizio pubblico audio-visivo, dal rinnovo del
contratto di servizio a quello della
convenzione.
Ci sono le circostanze e i presupposti per un’accelerazione del
processo, contando pure sul lavoro già fatto dal Consiglio d’Europa. Un
documento di sintesi della riflessione di Infocivica è atteso entro l’autunno.
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