Scritto per Il Fatto Quotidiano del 15/09/2014
Li prenderemo: ovunque
essi siano; quanto tempo ci voglia. E li puniremo per i loro delitti. Come
Obama dopo le esecuzioni dei giornalisti Usa James Foley e Steven Sotloff, così
Cameron dopo quella del cooperante britannico David Haines. Ci vollero dieci
anni, per Osama bin Laden, mente dell’attacco all’America dell’11 Settembre
2001. Bastarono venti mesi per Abu Musab al Zarqawi, primo dei tagliagola di al
Qaida.
La decapitazione
di Haines innesca reazioni e commenti in fotocopia in tutto l’Occidente e
rafforza, se ce ne fosse bisogno, la determinazione a fermare le milizie
jihadiste: integralisti sunniti che hanno creato un’entità statale, l’Is, il
nuovo Califfato tra Iraq e Siria. “Un atto barbaro”, per Obama, per Napolitano
e per molti altri. Renzi evoca una “risposta unica europea”. Ma Lady Pesc, cioè
Catherine Ashton, resta muta; e Federica Mogherini, che la rimpiazzerà il 1°
novembre, pure.
La Gran Bretagna
è pronta a "tutti i passi che saranno necessari" per combattere la
minaccia dell'Is, dice il premier britannico dopo la riunione del comitato di emergenza
interministeriale (Cobra), convocato d’urgenza. "Non possiamo abbassare la
testa davanti alla minaccia", afferma Cameron, “disgustato” dal fatto che
pure il boia, non solo la vittima, è probabilmente britannico: "Dobbiamo
lavorare passo dopo passo per smantellare e distruggere" l'Is in modo
"pianificato". "Ci vorrà del tempo - ammette - … E bisognerà
agire sia a casa nostra che in terra straniera".
L’esigenza d’individuare,
rintracciare, prendere e punire i colpevoli s’intreccia allo sforzo di portare
a casa sani e salvi tutti gli ostaggi tuttora nelle mani degli integralisti,
fra cui anche degli italiani. Ci vuole capacità di dialogo sul campo e
cooperazione fra servizi d’intelligence. Il sottosegretario agli Esteri Mario Giro
prima dice all’ANSA: “La politica dell’Italia è di portare a casa tutti gli
ostaggi, non importa come … Ogni Paese è sovrano sulla scelta se trattare o
meno”. Poi corregge il tiro: “Non abbandoniamo nessuno”, ma usiamo solo “mezzi
leciti e possibili”.
Gli attacchi
aerei che gli Stati Uniti conducono da settimane contro le postazioni jihadiste
le hanno già indebolite –peshmerga curdi e regolari iracheni ne hanno profittato
per fare qualche progresso sul terreno-, ma da soli non basteranno a vincere la
guerra. Possono però consentire di eliminare, se abbinati all’azione d’intelligence,
e a robuste taglie, singoli terroristi.
Nel giugno 2006,
al-Zarqawi, luogotenente di al Qaeda in Iraq, fu ucciso da un raid Usa a
Baquba: la casa che lo ospitava venne centrata e distrutta. Due anni prima,
aveva sgozzato un ostaggio civile americano, Nicholas Berg.
Ma spesso, per
eliminare o catturare singoli ‘obiettivi’, ci vuole l’intervento delle forze speciali,
sempre in tandem con l’intelligence. Il 1° Maggio 2010, un commando di Seals
fece irruzione nell’abitazione di Bin Laden e lo uccise.
Per i servizi
britannici, il video della decapitazione di Haines è autentico. Il Foreign
Office cancella i dubbi, che in questi casi sono flebile speranza: "Non
abbiamo ragione di credere che non lo sia", dice un portavoce.
Il Cobra ha analizzato
la situazione e valutato le possibili risposte. Il premier Cameron era finora
incerto se prendere parte o no ai raid aerei Usa. I suoi ministri avevano
espresso pareri discordanti ed il responsabile degli Esteri Philip Hammond, che
aveva escluso l'intervento del Regno Unito, era stato richiamato all’ordine.
Ora,
s’ipotizzano pure azioni di terra. Del resto, forze speciali britanniche sono
attive da settimane in territorio iracheno, per coordinare gli interventi
umanitari pro curdi e minoranze perseguitate dalle milizie jihadiste e anche
per indirizzare i raid e le missioni dei droni contro obiettivi sensibili.
La politica
britannica è solidale, in queste ore. Ed Miliband, leader del partito
laburista, si dichiara "profondamente turbato dal disgustoso e barbaro
omicidio … Atti come questo non indeboliranno ma rafforzeranno la volontà del
Regno Unito e della comunità internazionale di sconfiggere lo Stato
islamico e la sua ideologia".
Lord Dannatt, ex capo di Stato Maggiore
britannico, prospetta una "campagna militare in coalizione con potenze
regionali come l'Arabia Saudita, la Giordania e altri Paesi dell'area. Dobbiamo
far sì che questo cancro sia rimosso prima che si diffonda".
L’assassinio di
Haines, ennesimo cruento messaggio agli Stati Uniti e ai loro alleati, pare
accelerare la formazione della coalizione internazionale prospettata dal
presidente Obama. L’Australia annuncia lo spiegamento di 600 soldati negli Emirati,
con otto aerei da combattimento F/A18. "Abbiamo avuto altre prove della
crudeltà dell'Is che già opera in gran parte del Medio Oriente", dice il
premier Tony Abbott.
La forza australiana, composta da 400
aviatori e 200 militari, e allestita su richiesta formale Usa, non costituirà,
però, “un’unità da combattimento”.
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