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martedì 23 settembre 2014

Italia/Ue: le campane dissonanti di politica ed economia

Scritto per EurActiv.it il 23/09/2014

La campana della politica continua a essere dissonante da quella dei numeri, che, in Italia e nell’Ue, batte in questi giorni a martello: la crisi non è finita, la ripresa rallenta e –avvertono i banchieri all'unisono, Mario Draghi e Ignazio Visco- la politica monetaria da sola non basta per fare decollare la crescita. Servono gli investimenti e in Italia urgono interventi per la legalità e per l’efficienza della Pubblica Amministrazione.

Il presidente Napolitano dal Quirinale e il premier Renzi dagli Stati Uniti chiamano a raccolta. Napolitano interviene pro Renzi, nella disputa sulla riforma del lavoro interna al Pd: “Basta – dice - conservatorismi e ingiustizie, è l’ora di politiche nuove per crescita e occupazione”. E spezza pure una lancia a favore dell’Unione (“Sbraitare contro l’Ue non serve a uscire dalla crisi”).

Renzi s’accinge all'ennesimo baratto tra una riforma profonda e necessaria e una singola misura popolare e mediatica, ma da solo inefficace: così, per ora niente vera riforma della P.A., ma riduzione dei permessi sindacali; e per ora niente vera riforma della giustizia, ma taglio delle ferie dei magistrati; e di nuovo per ora niente vera riforma del lavoro, ma intervento sull'articolo 18.

Il premier fa giungere dall'America formule ad effetto: “Faremo di tutto per cambiare l’Italia … Non bastano le riforme se non ci sono le idee … Far arrabbiare qualcuno per andare avanti tutti. ..”. E sostiene che il suo governo ha mantenuto gli impegni sul pagamento dei debiti della P.A., il che non è vero, come EurActiv.it ha bene evidenziato ieri in un articolo di Giuseppe Latour.

Se la politica usa parole di speranza, l’economia ne ha d’allarme: l’Ue giudica l’Italia e la Grecia indietro sul terreno delle riforme, mentre vede segnali incoraggianti da Spagna e Portogallo; e senza riforme –avverte Draghi- anche gli interventi della Bce avranno scarsa efficacia.

Nell’Eurozona, la fiducia dei consumatori è ancora in calo a settembre, così come l’indice d’attività –in Germania, ai minimi da 15 mesi-. In Italia, il Cerved calcola i fallimenti in aumento (14% in più nel II trimestre e del 10,5% in più nel I semestre) e l’Istat stima a 555 mila i posti di lavoro perduti nell’artigianato fra il 2008 e il 2012, a 449 mila i dirigenti e gli imprenditori usciti di scena -100 mila solo nell’ultimo anno-.

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