P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

venerdì 26 settembre 2014

Coalizione anti-Is: quella di Obama piace più di quella di Bush

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 26/09/2014

La ‘coalizione dei volenterosi’ di Obama contro il califfo suscita nel Mondo meno ostilità di quella di Bush per invadere l’Iraq: né l’una né l’altra hanno formalmente l’avallo dell’Onu, ma questa è ‘benedetta’ dal segretario generale Ban Ki-moon, mentre quella era apertamente bollata dall’allora segretario generale Kofi Annan come una violazione del diritto internazionale.

Il clima, intorno a questa coalizione, è piuttosto simile a quello della Guerra del Golfo del 1991, quando gli Stati Uniti di Bush padre guidarono un’alleanza fra 35 Paesi per restituire libertà e sovranità al Kuwait occupato da Saddam Hussein e annesso dall'Iraq –allora, pure Tornado italiani parteciparono ai raid aerei-.

O a quello dell’intervento in Afghanistan nel 2001, immediatamente dopo l’attacco all'America dell’11 Settembre, per rovesciare il regime di talebani che ospitava e proteggeva i terroristi di al Qaeda. Né la Guerra del Golfo né l’intervento in Afghanistan erano frutto d’una legittimazione Onu con tutti i crismi, ma furono sostanzialmente percepiti come legittimi dalle opinioni pubbliche (non solo occidentali).

L’uso della forza contro il califfo ricorda più quei precedenti che l’invasione dell’Iraq nel marzo 2003: un’aggressione motivata con falsi pretesti, che non convinsero né i governi né i cittadini, anche fra gli alleati più stretti degli Usa. Un mese prima, la prestazione al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di Colin Powell per dimostrare che l’Iraq possedeva armi di distruzione di massa fu uno dei momenti più bassi della diplomazia statunitense di tutti i tempi: il generale che poteva essere presidente non se n’è mai riscattato.

L’Iraq e la Siria sono, fin dalle loro moderne origini, un secolo fa, Stati fragili dai confini artificiosi. Il governo di Baghdad è un derivato dell’invasione Usa. Il regime di Damasco è inviso a larga parte della sua popolazione. Ma il Califfato che pretende di creare uno Stato ‘ex novo’ su territori altrui è una struttura illegittima e le milizie jihadiste collezionano atti di barbarie e violazioni dei diritti dell’uomo, dalla persecuzione di minoranze religiose ed etniche (cristiani, yazidi, curdi) all'esecuzione di ostaggi, minacciano apertamente di atti terroristici l’Occidente e l’Islam –sciita, ma pure sunnita istituzionale-.

Nessuno sta col califfo, neppure la Russia, che sta con al Assad; neppure la Cina, che sta da parte. Mosca e Pechino non entrano nella coalizione, ma restano discreti sulla legittimità internazionale. Obama ha già trovato più volenterosi –una quarantina, senza la Slovenia, contata a sua insaputa- di Bush padre; e oltre il doppio dei lacchè agli ordini di Bush figlio.

Nessun commento:

Posta un commento