Scritto per Il Fatto Quotidiano del 26/09/2014
La ‘coalizione dei volenterosi’ di Obama contro il califfo
suscita nel Mondo meno ostilità di quella di Bush per invadere l’Iraq: né l’una
né l’altra hanno formalmente l’avallo dell’Onu, ma questa è ‘benedetta’ dal
segretario generale Ban Ki-moon, mentre quella era apertamente bollata
dall’allora segretario generale Kofi Annan come una violazione del diritto
internazionale.
Il clima, intorno a questa coalizione, è piuttosto simile a
quello della Guerra del Golfo del 1991, quando gli Stati Uniti di Bush padre
guidarono un’alleanza fra 35 Paesi per restituire libertà e sovranità al Kuwait
occupato da Saddam Hussein e annesso dall'Iraq –allora, pure Tornado italiani
parteciparono ai raid aerei-.
O a quello dell’intervento in Afghanistan nel 2001,
immediatamente dopo l’attacco all'America dell’11 Settembre, per rovesciare il regime
di talebani che ospitava e proteggeva i terroristi di al Qaeda. Né la Guerra del Golfo né
l’intervento in Afghanistan erano frutto d’una legittimazione Onu con tutti i
crismi, ma furono sostanzialmente percepiti come legittimi dalle opinioni
pubbliche (non solo occidentali).
L’uso della forza contro il califfo ricorda più quei
precedenti che l’invasione dell’Iraq nel marzo 2003: un’aggressione motivata
con falsi pretesti, che non convinsero né i governi né i cittadini, anche fra
gli alleati più stretti degli Usa. Un mese prima, la prestazione al Consiglio
di Sicurezza dell'Onu di Colin Powell per dimostrare che l’Iraq possedeva armi
di distruzione di massa fu uno dei momenti più bassi della diplomazia statunitense
di tutti i tempi: il generale che poteva essere presidente non se n’è mai
riscattato.
L’Iraq e la
Siria sono, fin dalle loro moderne origini, un secolo fa,
Stati fragili dai confini artificiosi. Il governo di Baghdad è un derivato
dell’invasione Usa. Il regime di Damasco è inviso a larga parte della sua
popolazione. Ma il Califfato che pretende di creare uno Stato ‘ex novo’ su
territori altrui è una struttura illegittima e le milizie jihadiste
collezionano atti di barbarie e violazioni dei diritti dell’uomo, dalla
persecuzione di minoranze religiose ed etniche (cristiani, yazidi, curdi)
all'esecuzione di ostaggi, minacciano apertamente di atti terroristici l’Occidente
e l’Islam –sciita, ma pure sunnita istituzionale-.
Nessuno sta col califfo, neppure la Russia , che sta con al
Assad; neppure la Cina ,
che sta da parte. Mosca e Pechino non entrano nella coalizione, ma restano
discreti sulla legittimità internazionale. Obama ha già trovato più volenterosi
–una quarantina, senza la
Slovenia , contata a sua insaputa- di Bush padre; e oltre il
doppio dei lacchè agli ordini di Bush figlio.
Nessun commento:
Posta un commento