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giovedì 4 settembre 2014

Ucraina: Nato, Putin tenta il contropiede sull'Alleanza

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 04/09/2014

Rivitalizzata dalla crisi in Ucraina, che le restituisce il nemico della Guerra Fredda, la Russia, la Nato non frena le proprie scelte per l’annuncio –contestato- d’un cessate-il-fuoco concordato tra i presidenti russo Putin e ucraino Poroshenko. E si prepara a mandare, dal Vertice di Newport in Galles, oggi e domani, un "inequivocabile" messaggio di sostegno a Kiev –parola del presidente degli Stati Uniti Barack Obama-.

Da Tallin, dove ha iniziato la missione europea, il presidente americano ha sottolineato quanto sia importante continuare a rafforzare le sanzioni anti-Russia, finché non s’inneschi una de-escalation della crisi. "Le sanzioni che abbiamo applicato finora hanno avuto un'efficacia reale; e credo sia importante che continuiamo a imporre costi alla Russia finché continuerà a violare i principi del diritto internazionale", ha detto in conferenza stampa, con a fianco il presidente estone Toomas Hendrik Ilves.

L’Estonia è uno dei tre Baltici: Paesi che, prima di conseguire l’indipendenza, nella disgregazione dell’Urss, e  di aderire alla Nato e all’Ue erano parte integrante dell’Unione sovietica, non solo del Patto di Varsavia: sono loro gli alleati più inquieti per la crisi ucraina, sono loro che più degli altri vanno rassicurati. Obama ha pure detto che la Nato deve essere "aperta" a nuove adesioni. Ma qui una puntualizzazione arriva da Berlino: Angela Merkel ha subito precisato che di ingresso dell’Ucraina nell'Alleanza non si parla.

In questa fase, Mosca accusa la Nato e l’Ue di esasperare le tensioni e minaccia risposte e ritorsioni.  In Galles, la Nato avallerà lo schieramento d’una forza di reazione rapida lungo i propri confini a Est. E l’Ue s’è già impegnata a inasprire le sanzioni contro la Russia: ieri, la Commissione europea ha presentato le sue proposte; domani la decisione potrebbe essere presa. Anche se la telefonata tra Putin e Poroshenko, che sarà in Galles e vedrà Obama, potrebbe suggerire una battuta d’attesa.

In un clima parossistico di minacce terroristiche, dopo che i boia del Califfato hanno sgozzato due giornalisti ostaggio e messo in guardia gli Usa e l’Occidente, il Vertice atlantico è protetto da misure di sicurezza straordinarie: oltre 10mila tra poliziotti e militari e decine di chilometri di barriere protettive, per i circa 60 leader presenti a vario titolo –vengono pure da tutti i Paesi dell’Isaf, la forza internazionale operante in Afghanistan- e 4mila delegati. Navi da guerra stanno alla fonda non lontano dalla scena delle principali riunioni, il Celtic Manor Resort.

Per la Nato, è probabilmente l’appuntamento più delicato e più ‘caldo’ dell’ultimo quarto di secolo. Tra diffidenze e contraddizioni, la crisi ucraina vede contrapporsi, dentro i confini di uno Stato, una visione della società occidentale e la tentazione nostalgica del nazionalismo filo-russo. Dentro l’Alleanza, c’è chi è pronto a fornire armi a Kiev e ad aprirle le porte; e chi, invece, timoroso anche dell’estremismo ucraino con venature naziste, e attento alla posta in gioco economica ed energetica, vuole evitare di esasperare le frizioni con Mosca e punta a un’intesa negoziata fra le due parti.

La delegazione italiana in Galles è guidata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, con i ministri degli Esteri Mogherini e della Difesa Pinotti. Le decisioni sono già scritte: altri aerei da guerra Usa a pattugliare, dalla base estone di Amaria, i cieli baltici; e la forza di reazione, 4.000 uomini capaci di colpire in 48 ore, punta di lancia d’una forza di spedizione di 10.000 uomini a guida britannica.

Obama pensa pure a una coalizione internazionale contro lo Stato Islamico, per estirpare quello che ha definito "il cancro" degli jihadisti sunniti. Relegati sullo sfondo, i temi per cui il Vertice era stato pensato: il ritiro delle truppe dell'Afghanistan dopo 13 anni; e la questione delle spese per la difesa.

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