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domenica 21 settembre 2014

Iraq: coalizione anti-Is, l'Italia c'è (e non c'è)

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 21/09/2014

Veniamo anche noi, ma restiamo un passo indietro. Proprio come 11 anni or sono, quando Bush jr  formò la ‘coalizione dei volenterosi’ per invadere l’Iraq adducendo falsi preteste. O come nel 2011, quando c’era da rovesciare in Libia il regime di Gheddafi. Che la causa sia sicuramente cattiva, dubbia –almeno a giudicare a posteriori dai risultati- o buona –come può apparire la mobilitazione dell’Occidente e dell’Islam ‘istituzionale’ contro i tagliagole del nuovo Califfato-, l’atteggiamento dell’Italia è sempre lo stesso.

A New York per un consulto all’Onu, il ministro degli Esteri Federica Mogherini torna a escludere la partecipazione dell'Italia ai raid aerei contro lo Stato islamico. "L'Italia –dice- sta ragionando sulla disponibilità a partecipare sul versante militare in termini di addestramento, sostegno logistico ed eventualmente di rifornimento in volo. Ma non intende prendere parte a operazioni come quelle che Usa e Francia stanno svolgendo", raid aerei su obiettivi integralisti in Iraq e ora pure in Siria – i Rafales francesi sono già entrati in azione per la prima volta-.

L’altro giorno, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, eccezionalmente riunito a livello ministeriale e presieduto dal segretario di Stato Usa Kerry –Washington ha la presidenza di turno, questo mese- ha espresso il proprio sostegno al nuovo governo iracheno del premier al Abadi, che finalmente tenta di fare collaborare fra di loro sciiti, sunniti e curdi.

In una dichiarazione, l’Onu "condanna con forza gli attacchi delle organizzazioni terroriste”, come lo Stato islamico, la cui "offensiva minaccia in modo significativo tutta la regione". E la questione del coordinamento internazionale del contrasto al nuovo Califfato sarà ancora al centro del dibattito, la prossima settimana dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

La presenza all’Onu della Mogherini venerdì non era strettamente necessaria –l’Italia non siede ora nel Consiglio di Sicurezza-, ma il ministro sta moltiplicando i contatti, preparandosi ad assumere, il 1° novembre, la carica di Alto Rappresentante della politica estera e di sicurezza europea.

A New York, dove ha visto il ministro degli esteri egiziano Shoukry, tornerà la prossima settimana anche per incontrare l’iraniano Zarif: l’Italia pensa che l’Iran possa svolgere “un ruolo positivo” nell’attuale crisi. Giudizio che Kerry condivide, dopo un round di contatti fra americani e iraniani.

L’Italia ritiene che, per affrontare la minaccia dell'Is, sia fondamentale agire "sul piano politico" ed avere "una cornice Onu", che consente di “sminare uno dei rischi maggiori, cioè che la coalizione venga vista come l'Occidente contro l'Islam", nonostante ne facciano parte anche Paesi islamici: “Siamo di fronte a una minaccia globale che necessità una risposta globale”, dice la Mogherini parlando all’Oni; e specifica che "non ci sono minacce specifiche contro l'Italia".

Più determinato il linguaggio degli Stati Uniti. Nel consueto discorso del sabato, Obama ricorda che oltre 40 Paesi hanno offerto sostegno alla "vasta campagna" anti Is, sotto forma d’addestramento o equipaggiamento militare, raid aerei e aiuti umanitari. Le scelte di Obama hanno un ampio sostegno, in questo momento, nell’opinione pubblica americana: il Senato ha appena dato l’ok alla fornitura di armi all’opposizione siriana moderata, nonostante la difficoltà d’individuarla e la consapevolezza –espressa da Kerry- che ci vorranno mesi per metterla in condizione di reggere l’urto dei jihadisti.

Martedì, Obama parlerà all’Onu: "E' il momento della leadership americana –afferma-: il Mondo, quando si sente minacciato e ha bisogno d’aiuto, chiama l'America … Non esiteremo ad agire contro i terroristi in Iraq e in Siria": “Non è l'America contro l'Is: c’è un’ampia colazione e c’è la gente della Regione contro l’Is”.

Sul terreno, gli integralisti hanno liberato 49 turchi rapiti a giugno, ma hanno ucciso un libanese loro prigioniero.

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