P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

domenica 7 settembre 2014

Ucraina: P&P dicono 'la tregua tiene', ma l'Ue va alla guerra

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 07/09/2014

Adesso che l’Ucraina smette di farla, sembra quasi che la guerra ai russi gliela vogliamo fare noi. Con le sanzioni. Che innescano ritorsioni. E, per ora, fanno più male le ritorsioni delle sanzioni: a noi europei –non agli americani- e pure ai russi, perché noi vendiamo di meno -200 milioni di danni per gli agricoltori italiani- e a Mosca i prezzi degli alimentari sono saliti del 10% in un mese.

In attesa di contagiare la politica, la tregua sul terreno tiene. Almeno, questa la versione ufficiale, dopo una telefonata tra i presidenti ucraino Poroshenko e russo Putin. Nonostante la conta dei morti sul terreno vada avanti, i due leader, si legge in un comunicato, convengono che "il cessate-il-fuoco è in generale osservato” e discutono “i modi per conservare lo stato di tregua".

Ovviamente, ciascuno mantiene il punto. Poroshenko difende “l’integrità dell’Ucraina”. Putin vuole l’autonomia per le regioni dell’Est russofone. Il timbro dei leader sulla tenuta della tregua fa seguito a scambi d’accuse tra autorità di Kiev e ribelli filo-russi per presunte violazioni del cessate-il-fuoco, dopo la firma dell’accordo a Minsk venerdì

Un membro del Parlamento dell'autoproclamata Repubblica di Donetsk, Vladimir Makovich, accusa l'esercito regolare del tiro di missili contro postazioni degli insorti intorno a Donetsk. A giro di dispacci d’agenzie, la replica di Kiev: il Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa lamenta che i militari ucraini hanno subito "una serie di provocazioni da parte dei ribelli".

E’ probabile che s’andrà avanti così per giorni: c’è la volontà dei leader di ignorare, o minimizzare, gli incidenti e di affrontare la trattativa. Ma la Russia non intende subire senza ribattere le mosse della Nato e dell’Ue: alla dislocazione della forza di reazione rapida in 5 basi nell’Est dell’Alleanza, nei Baltici, in Polonia e in Romania, risponde annunciando la creazione di una base nell'Artico; e promette di ribattere colpo su colpo alle sanzioni europee.

L'Ue, infatti, ha concordato venerdì un nuovo pacchetto di misure economiche contro la Russia, che, nonostante il cessate il fuoco, potrebbero essere formalmente adottate domani –ma c’è l’ipotesi che la loro attuazione venga sospesa, se la tregua tiene-. Le nuove sanzioni vogliono "aumentare l'efficacia delle misure in atto”, per innescare “un cambio di rotta della Russia in Ucraina".

Le misure riguardano la finanza e i settori dell’energia, della difesa e della tecnologia cosiddetta ‘duale’, cioè a uso sia civile sia militare. Inoltre, viene estesa dal 95 a 119 la lista delle persone i cui beni in Europa saranno congelati e che non potranno entrare nell’Ue: tra essi, alcuni oligarchi e vari leader filo-russi in Ucraina e in Crimea.

La Russia avverte che risponderà: "Se verranno introdotte nuove sanzioni, ci sarà indubbiamente una reazione da parte nostra", fa sapere il ministero degli Esteri russo in un comunicato. Per Mosca, l’inasprimento delle misure è un segnale “di diretto sostegno” dei leader Ue al 'partito della guerra' in Ucraina, che non gradisce il patto di Minsk –per il patriarca Filarete, Putin è “il nuovo Caino”-. "Invece di cercare modi per danneggiare le economie dei propri Stati e della Russia", si legge nel documento, "l'Ue farebbe meglio a sostenere la rinascita economica delle regioni orientali dell'Ucraina".

Per la Russia la Nato usa il conflitto come "pretesto per attuare piani concepiti da tempo". E la forza di reazione rapida di 5mila militari "aumenterà la tensione" nella regione. Mosca sa che l'iniziativa è uno sfoggio di muscoli per rassicurare alcuni alleati, ma non può passarla sotto silenzio. Se non altro per assecondare in patria la sindrome da 'cittadella assediata’. 

Nel gioco di reazioni e ritorsioni, la Russia non ha finora usato l’arma più temuta dagli europei, specie Italia e Germania: l’energia. Ma con l’arrivo della cattiva stagione Mosca potrà di nuovo ricorrere, anche nei confronti dell’Ue, al ricatto della sospensione delle forniture di gas a Kiev.


Senza, però, tirare troppo la corda, perché l’escalation è pericolosa anche per Mosca: l’effetto sanzioni comincia a farsi sentire e un giro di vite potrebbe appesantire un’economia da tempo stagnante e infastidire una élite di oligarchi che non vuole perdere soldi e rinunciare al lusso.

Nessun commento:

Posta un commento