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sabato 13 settembre 2014

Italia/Ue: presidenza, il semestre s'è già ridotto a un trimestre

Scritto per EurActiv.it il 13/09/2014

Il semestre (di presidenza di turno italiana del Consiglio dell’Ue) s'è già ridotto a un trimestre. Senza che sia accaduto nulla di sostanziale sul piano delle politiche comunitarie. Non è una sorpresa. E non è colpa di nessuno: il calendario e le scadenze sono quel che sono. Ma il tempo che resta va speso bene.

Tanto per cominciare, evitando di prendere di punta e d’inimicarci quelli che saranno interlocutori obbligati (e importanti) per i prossimi 5 anni: il batti e ribatti a strascico tra il premier Matteo Renzi e l’ex premier finlandese Jyrki Katainen, attualmente commissario all’Economia e alle Finanze e, nella Commissione Junker, vice-presidente con la supervisione dello stesso dossier è francamente gratuito e stucchevole.

Come il suo predecessore Olli Rehn, Katainen non è un mostro di simpatia e di comunicativa, ma s’è limitato a dire cose di assoluto buon senso: “Le riforme, oltre che annunciarle, bisogna farle”. Chi non è d’accordo alzi la mano. Battute che non giustificavano in alcun modo la risposta piccata del suo quasi coetaneo Renzi -43 a 41-: “Non vogliamo lezioni dall’Ue”. A meno che il premier non abbia la coda di paglia. Persino il ministro dell'Economia PierCarlo Padoan riconosce, con ovvio buonsenso, che le riforme prima si fanno meglio è.

Dunque, del semestre di presidenza italiano restano utili tre mesi giusti, perché, dopo metà dicembre, sarà tempo di svuotare i cassetti, di comprare i regali e di passare le consegne alla presidenza –lettone- che verrà.

Il bilancio dei 75 giorni trascorsi non è negativo: le nomine dei Vertici delle Istituzioni comunitarie sono state fatte a fine agosto, dopo un passaggio a vuoto a luglio –ma ci sta-, e l’Italia ha avuto quel che –a torto o a ragione- voleva, l’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza europea, Federica Mogherini, che è pure vice-presidente della Commissione europea e coordinatrice di tutti i portafogli attinenti le relazioni esterne; l’emergenza immigrazione ha trovato una qualche risposta con il rafforzamento in atto del programma europeo di sorveglianza delle frontiere esterne Frontex; e l’emergenza Ucraina ha innescato un gioco al rimbalzo di sanzioni e ritorsioni, che ha quasi impegnato i ministri dell’Agricoltura più di quelli degli esteri.

A livello di decisioni di diritto comunitario, invece, zero o giù di lì. Ma era largamente atteso e previsto: i Consigli dei Ministri operativi inizieranno nella terza decade di settembre, dopo il rituale degli informali a Milano. E lì si vedrà se i dibattiti sulla flessibilità si tradurranno finalmente in qualcosa di concreto.

Fermo restando che l’attività legislativa rimarrà, gioco forza, ridotta al lumicino: la Commissione Barroso 2 sta facendo i bagagli, la Juncker non s’è ancora insediata. Se fuochi d’artificio ci saranno, saranno dopo il 1° novembre, quando i sei mesi della presidenza di turno italiana si saranno ridotti a 45 giorni.

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