Scritto per Il Fatto Quotidiano del 31/01/2015
Che mine vaganti!, i parenti dei potenti: nel mare
della politica, non sai mai come schivarle. Fratelli, figli, cognati, generi,
persino mogli (o mariti), vere e proprie iatture. Padri e madri un po’ meno,
forse perché, in genere, quando uno arriva al potere, non sono più così attivi
da creare problemi - certo, con i premier giovani la storia può essere diversa -.
E’ tutta una galleria di gente che traffica, usando – magari, senza che tu
manco la sappia - l’influenza del tuo nome; o che, semplicemente, si comporta
in modo da crearti imbarazzo.
Gli esempi sono bizzeffe: ci limitiamo a un’antologia.
Trascurando – un po’ dispiace, perché già le stavate pregustando - le storie di
sesso. E limitandoci al nostro mondo e al nostro emisfero: in fondo storie di
malaffare, con un pizzico di nepotismo, in America latina o in Africa,
nell’Asia centrale o nel Sud-Est asiatico, ci colpiscono di meno, sarà per un
retro-fondo di razzismo o per robuste dosi di luoghi comuni.
Né prendiamo in
considerazione, infine, gli imbarazzi da incontri di massa. Esempio 1: quando
invitate al vostro matrimonio teste coronate e capi di Stato di mezzo mondo,
logico che poi vi troviate al ricevimento di nozze dittatori e violatori dei
diritti dell’uomo, come accadde a William e Kate. Esempio 2: se invitate a una
marcia anti-terrorismo tutti i leader che dicono di combatterlo, dovete poi
marciare accanto a tiranni e repressori, com’è accaduto di recente a François
Hollande, dopo gli attacchi terroristici a Parigi a inizio gennaio.
Invece, negli Stati Uniti, pensate al dramma di quel
vice-presidente e poi presidente che si ritrova con un figlio buono a nulla,
sommerso dai debiti, affogato nell’alcol, che dorme in auto e che ha domicilio
fisso agli Alcolisti Anonimi. Eppure, un po’ di anni dopo quel figlio diventa a
sua volta presidente, bruciando sul tempo il fratello che da sempre studiava
per la Casa Bianca. E’ la storia della famiglia Bush: George sr e George jr, con
il povero Jeb che ora prova diventare il primo presidente fratello di presidente.
C’è chi ci vede un ‘miracolo americano’; ma qui il miracolo l’hanno fatto
soprattutto i soldi di papà e pure le raccomandazioni, che consentirono a
George d’evitare il Vietnam e d’imboscarsi nella Guardia Nazionale.
Molti presidenti degli Stati Uniti non hanno avuto
fortuna con i fratelli, specie con i fratellastri. Billy, il fratello di Jimmy
Carter, presidente debole, ma rispettatissimo Nobel per la Pace, si cacciava in
un guaio dopo l’altro –anche giudiziario-, aiutato dall’inclinazione a bere. Il
fratellastro di Bill Clinton, Roger, ha un percorso di droga e arresti. Quello
di Barack Obama, Malik, che vive in Kenya, è accusato di simpatizzare per gli
integralisti islamici e di finanziarli.
E in Europa? In Gran Bretagna, Margaret Thatcher, la
dama di ferro, ebbe dei dispiaceri dal figlio Mark, baronetto per meriti della
madre, pilota da corsa scapestrato –disperso alla Parigi-Dakar, fu recuperato
dopo sei giorni di ricerche nel deserto-. Mark è stato al centro di
controversie, scandali e processi ed è stato condannato a 4 anni per il suo
coinvolgimento in un tentativo di colpo di stato nella Guinea Equatoriale.
In Francia, un cognato dal nome nobile, Jérome Chodron
de Courcel, del presidente Jacques Chirac occupa, da oltre vent’anni, a prezzi
di favore, uno spazioso appartamento in un quartiere prestigioso di proprietà
della Città di Parigi. Il fratello di Bernadette, la moglie di Chirac, vi si
installò nel 1984, quando il cognato non era ancora presidente della
Repubblica, ma era sindaco di Parigi, il che è ancora peggio.
Le teste coronate del Vecchio continente non sono
indenni dal flagello dei parenti. Anzi! Giuliana, amatissima regina d’Olanda,
aveva come marito quel Bernardo che fu all’origine delle Conferenze Bilderberg
- ospitò la prima nel 1954 in un hotel rococò di quella località, non lontano
da Arnhem - e che fondò nel 1961 il WWF. Salvo poi ritrovarsi al centro dello
scandalo di corruzione Lockheed, costato in Italia il posto di presidente a
Giovanni Leone. Smascherato, non venne mai né processato né ovviamente condannato.
Nel vicino Belgio, il figlio terzogenito dell’ex re
Alberto, e fratello dell’attuale re Filippo, Lorenzo, è un maneggione, in
affari con Gheddafi e che traffica in Paesi senza pedigree dell’Africa più
turbolenta
In Spagna, infine, re
Juan Carlos, ormai vecchiotto, ci pensava da solo a mettersi nei guai, prima d’abdicare.
Ma la figlia, l’Infanta Cristina, metteva in imbarazzo lui, e ora il fratello
Felipe divenuto re, per gli affari suoi e del marito Inaki Urdangarin: entrambi
sono stati rinviati a giudizio per frode fiscale e riciclaggio.
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