Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu il 21/01/2015
2015/01/21 - Obama è tornato. E l’America pure. Almeno così dice
il presidente degli Stati Uniti, nel suo settimo e penultimo discorso sullo
stato dell’Unione, il primo davanti a un Congresso tutto controllato dall’opposizione
repubblicana: “Voltiamo pagina e apriamo un nuovo capitolo a favore della
classe media”, di fronte al Congresso riunito in sessione plenaria e all’America
davanti alle televisioni, alle 21.00 ora di Washington. "La crisi è
superata. L'America è risorta dalla recessione" ed è ora necessario che
tutti godano della ripresa, a partire dalla classe media che più ha sofferto
negli ultimi anni. Un discorso –dicono adesso molti commentatori- che se fosse
stato fatto prima delle elezioni di Mid-term del novembre scorso avrebbe
evitato ai democratici una sonora sconfitta. Ma da quel voto Obama è cambiato:
non vuole vivere da ‘anatra zoppa’ l’ultimo biennio alla Casa Bianca, sfida il
Congresso repubblicano, intende agire sulla leva delle tasse, aumentando il
carico fiscale sui super-ricchi e su grandi banche e imprese per rafforzare il sistema
di sgravi e agevolazioni a favore delle famiglie. Il presidente appare
rilassato, ma determinato nel rilanciare la sua agenda di politica interna e
internazionale, la riforma dell’immigrazione, la fine dell’embargo con Cuba –qui,
cita Papa Francesco-, la lotta al terrorismo. Obama non ha più molto da perdere
e non lo nasconde: "Non devo più fare campagne elettorali, ne ho già vinte
due", scherza. E, serio, fa sapere che porterà avanti le sue istanze anche
a colpi di decreto e di veti: sulle nuove sanzioni all'Iran ("garantiranno
solo un fallimento della diplomazia, assicurando che l'Iran riavvii il suo
programma nucleare"), sulle modifiche alla riforma della sanità che porta
il suo nome, sul gasdotto Keystone e ancora sui tentativi di bloccare la riforma
dell'immigrazione. Sul fronte terrorismo, il presidente assicura che gli
jihadisti del sedicente Califfato saranno sconfitti, e chiede che il Congresso autorizzi
l'uso della forza, "per mostrare al mondo che siamo uniti" nella lotta.
E ricorda le vittime degli attacchi: "Da una scuola in Pakistan alle
strade di Parigi, siamo con la gente che nel mondo è stata colpita dai
terroristi". E tra gli applausi molti deputati e senatori sollevano matite
gialle per ricordare le vittime della strage al settimanale francese Charlie
Hebdo. Il discorso tocca la piaga del razzismo che ancora affligge l'America e
la questione femminile, perché nel 2015 è “inaccettabile” che le donne, a
parità di lavoro, non guadagnino come gli uomini; e non elude il riconoscimento
delle nozze e dei diritti per i gay. Così, per la prima volta, nel discorso
sullo stato dell’Unione entrano i termini 'trasgender' e 'bisessuale'. (gp)
Nessun commento:
Posta un commento