Scritto per Il Fatto Quotidiano del 21/01/2015
“Califfo loro, che sei in Iraq, e pure altrove, dacci
oggi il nostro orrore quotidiano” per terrorizzare gli infedeli e per incutere
timore nei fedeli. E per la gioia dei siti che da noi ci sguazzano, anche
quando le notizie sono talmente orripilanti e i video talmente ributtanti che
c’è solo da sperare che non siano veri –e, per fortuna, non sempre lo sono-.
Vale per le storie di ieri: 13
adolescenti uccisi a raffiche di mitra a Mosul, perché guardavano in tv una
partita della nazionale di calcio irachena, impegnata nella Coppa d'Asia in
Australia; e due ostaggi giapponesi minacciati in un video di esecuzione con
macabro rituale.
La strage dei ragazzini risalirebbe al 12
gennaio, quando l'Iraq batté per 1-0 la Giordania: a parlarne il sito di un
gruppo di resistenza al Califfato che si chiama "Raqqa viene massacrata
nel silenzio" - Raqqa è in Siria -. I
miliziani che controllano Mosul avrebbero fermato gli adolescenti nel quartiere
di al-Yarmuk e li avrebbero giustiziati pubblicamente, dopo aver annunciato dagli
altoparlanti che l'accusa contro di loro era di violazione della 'sharia'. I
cadaveri sarebbero rimasti a terra: i genitori non sarebbero andati a
recuperarli per paura di essere a loro volta uccisi.
Della vicenda, non si ha conferma. Tempo
fa, la tv di Stato irachena, in una sua serie, s’era fatta beffe del Califfato
con il calcio: gli jihadisti organizzavano la Coppa del Mondo e battevano, tra
minacce e colpi di scimitarra, una ‘nazionale mondiale’ forte, fra gli altri,
di Messi e Del Piero.
Nessun dubbio, invece, sul video dei due ostaggi
giapponesi: il sedicente Stato islamico pretende dal governo nipponico, che ha
già detto di no, 200 milioni di dollari, per non ucciderli. Il premier Shinzo
Abe, indignato, intende mantenere l'impegno a fornire aiuti non militari
proprio per 200 milioni di dollari ai Paesi della coalizione anti-Califfato.
Nel video di 100 secondi, il terrorista
pare essere Jihadi John, l’ex dj londinese di 23 anni divenuto un boia
jihadista –su di lui, pesa una taglia di 10 milioni di dollari offerta dal
Senato Usa-. L’uomo ha il volto coperto, un coltello in mano ed è completamente
vestito di nero: dall’accento, potrebbe essere lo sgozzatore di altri ostaggi
occidentali, i giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff, il
cooperante pure americano Peter Kassig, i volontari britannici David Haines e
Alan Henning.
Davanti a lui, in ginocchio, con la solita
tunica arancione ‘color Guantanamo’ di queste circostanze, i due sequestrati: Kenji
Goto Jogo, giornalista ‘free lance’ di 48 anni, la cui ultima comunicazione
veniva da Kobane, e Haruna Yukawa, 42 anni, uno che andava alla ventura, rapito
a metà agosto ad Aleppo e già protagonista di un video su Youtube.
Il Califfato è una fabbrica d’orrori incessante. Giorni
fa, aveva pubblicato un video, girato a Mosul, con l'esecuzione di due
uomini accusati di omosessualità e scaraventati giù da una torre. E, prima,
c’era stato il video del braccio mediatico jihadista, al-Hayat Media, intercettato
dal Site, l’organismo americano che monitora i siti integralisti: mostrava un
bambino di 10/12 anni sparare e uccidere con una pistola "due agenti russi"
prigionieri in ginocchio. L’uomo che sospingeva all’esecuzione il “cucciolo di
leone”, Abu Saad Dagastani, di origine russa, sarebbe stato poi ucciso il 14
gennaio a Kobane, secondo fonti integraliste e curde.
A rischiare la vita dove al Baghdadi detta
legge, sono soprattutto –dice l’Onu- le donne istruite, che hanno un’attività
professionale e s’impegnano in politica” (tre le avvocatesse già uccise nel
2015), oltre agli omosessuali e alle minoranze. Il califfo sarebbe rimasto
seriamente ferito in un raid aereo ad al Qaim in Siria e sarebbe “sopravvissuto
per miracolo”, secondo il premier iracheno al Abadi: notizia pure questa
impossibile al momento da verificare.
Senza
contare le notizie di violenze e di lutti che arrivano da dove ancora si protesta
per le vignette: dal Niger -45 le chiese bruciate, decine le vittime, secondo
le autorità- alla Cecenia, dove ci sarebbe stata una marcia di 800mila musulmani.
E le tragiche gesta di Boko Haram, che la fa da padrone tra Nigeria e Camerun: l’ultima impresa,
una razzia con vittime per rapire 80 persone, 50 bambini.
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