Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net lo 02/12/2015
Forti oscillazioni, e relativa attendibilità, nei sondaggi
pubblicati nelle ultime settimane, certo influenzati dalle paure e dalle ansie di
politica internazionale e poco riferibili, invece, a sviluppi della campagna,
che non ha avuto molti sussulti. Un dato piuttosto costante nei rilevamenti
disponibili, in campo repubblicano, è la rimonta di Donald Trump su Ben Carson:
a ottobre, l’ex neuro-chirurgo nero aveva avvicinato e talora superato, anche
nettamente, il magnate dell’immobiliare. C’è chi segnala un balzo in avanti del
candidato del Tea Party Ted Cruz, senatore del Texas; tutti sono concordi nell’indicare
un’ascesa di Marco Rubio, senatore della Florida; mentre Jeb Bush resta sempre sotto
il 10%, in quinta posizione. Fra i democratici, Hillary Clinton è saldamente
avanti, indisturbata.
Nel sondaggio mensile di Washington Post ed Abc, Donald
Trump è nettamente in testa per il quarto mese consecutivo con il 32% delle
preferenze, Ben Carson è secondo con il 22%, Marco Rubio sale all'11% ed è
terzo, Ted Cruz è all'8%, Jeb Bush al 6%, davanti a Carly Fiorina, l’unica
donna, e a Chris Christie, governatore del New Jersey.
Pure per la Nbc, Trump è in testa (al 28%) con 10 punti su
Carson (al 18%), ma qui Cruz fa un balzo in avanti e affianca Carson al 18%.
Poi vengono Rubio all’11% e Bush al 4%, davanti alla Fiorina, a Christie e agli
altri.
Fra i democratici, la Clinton quasi doppia il suo rivale
Bernie Sanders, senatore del Vermont, indipendente e ‘socialista’, con il 55%
delle preferenze contro il 30%. Ma solo un terzo dell’elettorato democratico
dice d’essere saldo nella propria scelta: oltre tre su cinque sono pronti a
cambiare idea, sempre che ci sia un’alternativa.
Fanno da sfondo a questi rilevamenti i dati del Pew Research
Center, secondo cui i cittadini statunitensi non hanno fiducia nel governo
federale, Casa Bianca e Congresso: solo il 19% crede a Washington. Siamo vicini
ai livelli più bassi degli ultimi 60 anni. I repubblicani sono più inclini dei democratici
a esprimere diffidenza: l’89% degli elettori conservatori contro il 72% dei
progressisti. La frustrazione latente ha
impatto evidente sulle primarie repubblicane per Usa 2016: i sondaggi premiano
proprio quei candidati che si dicono e si mostrano “arrabbiati” con la politica
di Washington, anche quando ne sono parte come Rubio e Cruz. (fonti vv - gp)
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