Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net
Mentre i repubblicani litigano fra di loro e, sul
palco di Las Vegas, sciorinano in diretta televisiva sulla Cnn la loro
cacofonia, tante parole e poche idee, sulla lotta al terrorismo e contro il
sedicente Stato islamico, Hillary Rodham Clinton, battistrada nella corsa alla
nomination democratica, cita Bush 2 per confutare Donald Trump e dichiara l’intenzione
di alzare le tasse ai più ricchi mandando in sollucchero il miliardario
filantropo Warren Buffet, in attesa di affrontare, nel prossimo dibattito fra i
candidati democratici, il suo rivale Bernie Sanders, senatore ‘socialista’, che,
su questo terreno, non la contrasterà di sicuro.
L’ ‘endorsement’, non sorprendente, ma comunque ‘pesante’,
di Buffett alla Clinton è avvenuto martedì ad Omaha, nel Nebraska, città natale
del miliardario democratico, cui si deve la cosiddetta Buffett Rule, la regola
secondo cui non è giusto che un dipendente paghi meno tasse, in percentuale,
del datore di lavoro. “Ecco il nuovo presidente degli Stati Uniti”: così Buffett
ha introdotto Hillary, che, sul palco, ha dichiarato l’intenzione di alzare le
aliquote fiscali sui redditi più alti.
E mentre a Las Vegas Trump ribadiva la sua proposta di
vietare ai musulmani l’ingresso negli Usa e tutti gli aspiranti alla nomination
repubblicana criticavano il presidente Obama per l’ “ossessione” di accogliere
rifugiati siriani, compromettendo la sicurezza dell’Unione, la Clinton citava
una frase del presidente George W. Bush dopo gli attacchi all’America dell’11
Settembre 2001: “Quelli che vogliono suscitare le nostre paure per tirare fuori
la nostra rabbia non rappresentano il meglio dell’America, ma il peggio dell’umanità
e dovrebbero vergognarsi”; e aggiungeva: “Dobbiamo alzare tutti la voce contro
l’odiosa retorica anti-musulmana”.
Parallelamente, l’ex segretario d Stato riproponeva la
sua “strategia a 360 gradi per mantenere l’America sicura”; ribadiva che “contenere
il sedicente Stato islamico non è abbastanza, dobbiamo sconfiggerlo e lo faremo”;
e affermava che i musulmani americani sono parte della soluzione, non del
problema: “La prima, l’ultima e la migliore difesa contro il radicalismo
interno e il terrorismo”.
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