Rischia di rivelarsi un boomerang, l’assist di Putin a Trump: per il presidente russo, perché l’omaggio un po’ gratuito al magnate dell’immobiliare, nella conferenza stampa fiume di fine anno al Cremlino, giovedì 17 dicembre, non lo aiuterà certo a migliorare i suoi rapporti già non idilliaci con Barack Obama né a garntirglieli buoni con il suo successore, se dovesse essere Hillary Clinton; e per il candidato repubblicano, perché l’elogio dello ‘zar’ lo lusinga, ma lo imbarazza pure, anche se lo showman non ha mai nascosto la sua ammirazione per l’autocrate russo e ne ha spesso confrontato la determinazione in politica estera con le esitazioni del presidente Usa.
Raccogliendo una ‘provocazione’, Putin, che ha parlato per
188 minuti davanti a 1390 giornalisti, rispondendo a 32 domande, ha detto che
Trump "è il leader assoluto" della campagna elettorale americana ed è "benvenuto" perchè
"afferma che vuole portare a un livello più profondo i rapporti con la
Russia". Mosca, ha comunque aggiunto Putin, "collaborerà con chiunque
sarà il presidente" degli Stati Uniti.
L’eco di Trump non s’è fatta attendere ed è stata positiva: "E' sempre un grande onore ricevere
complimenti da un uomo così rispettato, nel suo Paese e altrove", ha detto
il battistrada nella corsa alla nomination repubblicana, facendo un comizio a Columbus,
nell'Ohio. "Ho sempre pensato che la Russia e gli Usa dovrebbero essere
capaci di lavorare bene insieme per sconfiggere il terrorismo e portare la pace
nel mondo, per non parlare degli scambi e di tutti gli altri benefici che
discendono dal rispetto reciproco". (fonti vv - gp)
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