Scritto per Il Fatto Quotidiano del 28/12/2015
Due afroamericani uccisi da un poliziotto a Chicago, a Santo Stefano: non sarebbe neppure notizia, in un anno che, di episodi simili, ne ha registrati a bizzeffe in tutta l’Unione, da New York al Texas, dalla Florida alle Montagne Rocciose. Ma i due morti nella città del presidente Barack Obama –una è una madre di famiglia di 55 anni, vittima di una pallottola vagante- fanno salire a mille il numero dei cittadini uccisi dalla polizia quest’anno negli Usa. Una soglia d’allarme che rinfocola le proteste e le polemiche e che desta preoccupazioni sull'addestramento e la preparazione degli agenti.
A Chicago il poliziotto, il cui nome non è stato rivelato e sul cui conto non sono stati forniti dettagli come anzianità e stato di servizio, è intervenuto di buon mattino in un edificio dove era stata segnalata una lite domestica e s’è trovato di fronte “un soggetto combattivo”, Quintonio Legrier, studente di 19 anni, che brandiva una mazza da baseball con cui avrebbe minacciato il padre che stava al secondo piano.
Per ridurre alla ragione Legrier, l’agente ha sparato vari colpi. L’altra vittima è una vicina di casa, Bettie Jones, madre di cinque figli, colpita da una pallottola che ha bucato la porta del suo alloggio al primo piano. Sia il giovane che la donna sono deceduti all’ospedale.
La stampa americana dedica molto spazio alla vicenda. Janet Cooksey, madre dello studente, che non era presente ai fatti, ha raccontato che Quintonio faceva ingegneria alla Northern Illinois University e soffriva di problemi mentali. La Jones viveva con il suo compagno: i figli sono tutti grandi.
Uno studio pubblicato dal Washington Post, in coincidenza con la sparatoria di Chicago, rivela che gli agenti di polizia statunitensi hanno ucciso, a colpi di arma da fuoco, 1.000 civili quest'anno. L’analisi dei dati indica che solo il 4% delle sparatorie letali riguarda poliziotti bianchi che sparano a neri e li ammazzano. La maggioranza delle persone uccise dalla polizia avevano un'arma, soffrivano di tendenze suicide o disturbi mentali o cercavano di scappare dopo che era stato loro intimato l’alt.
Ma in almeno due casi, in primavera a North Charleston in South Carolina e recentemente a Lynwood, nei pressi di Los Angeles, ha fatto scalpore che gli agenti abbiano colpito alle spalle e ripetutamente uomini in fuga, apparentemente non minacciosi.
L’altra faccia della medaglia è il numero dei poliziotti morti in servizio in un anno negli Stati Uniti: oscilla, negli ultimi dieci anni, tra i 192 e i 107; quelli uccisi da armi da fuoco tra i 70 e i 43; l’andamento è irregolare e i numeri tendono piuttosto a decrescere. Recentemente, Donald Trump, battistrada nella corsa alla nomination repubblicana per la Casa Bianca, ha chiesto la pena di morte per chiunque uccida un agente.
La ‘pistola facile’ delle forze dell’ordine è un problema apparentato alla ‘pistola facile’ dei cittadini d’un Paese dove procurarsi un’arma per un minorenne è più facile che comprarsi una birra. Ci sono problemi di addestramento e anche di equipaggiamento, perché la polizia non ha istruzioni adeguate né dotazioni utili per il normale mantenimento dell’ordine pubblico.
La polizia di Chicago è già oggetto di un’inchiesta federale avviata per accertare il rispetto, o meno, da parte degli agenti dei diritti civili, sia per il ricorso eccessivo alla forza letale che per il rispetto della disciplina e l’applicazione delle norme. Nella terza più grande città dell’Unione, con forze dell’ordine seconde per dimensione solo a New York, ci sono state manifestazioni di protesta dopo la diffusione del video dell’uccisione d’un ragazzo nero ad opera d’un poliziotto bianco: 16 colpi per abbattere Laquan McDonald, 17 anni (l’episodio risale al 2014, ma il video era stato tenuto celato). Sono state pure chiese le dimissioni del sindaco, Rahm Emanuel, capo dello staff di Obama alla Casa Bianca all’inizio della presidenza. E il sindaco ora promette piena luce sui due morti ammazzato di Santo Stefano.
Due afroamericani uccisi da un poliziotto a Chicago, a Santo Stefano: non sarebbe neppure notizia, in un anno che, di episodi simili, ne ha registrati a bizzeffe in tutta l’Unione, da New York al Texas, dalla Florida alle Montagne Rocciose. Ma i due morti nella città del presidente Barack Obama –una è una madre di famiglia di 55 anni, vittima di una pallottola vagante- fanno salire a mille il numero dei cittadini uccisi dalla polizia quest’anno negli Usa. Una soglia d’allarme che rinfocola le proteste e le polemiche e che desta preoccupazioni sull'addestramento e la preparazione degli agenti.
A Chicago il poliziotto, il cui nome non è stato rivelato e sul cui conto non sono stati forniti dettagli come anzianità e stato di servizio, è intervenuto di buon mattino in un edificio dove era stata segnalata una lite domestica e s’è trovato di fronte “un soggetto combattivo”, Quintonio Legrier, studente di 19 anni, che brandiva una mazza da baseball con cui avrebbe minacciato il padre che stava al secondo piano.
Per ridurre alla ragione Legrier, l’agente ha sparato vari colpi. L’altra vittima è una vicina di casa, Bettie Jones, madre di cinque figli, colpita da una pallottola che ha bucato la porta del suo alloggio al primo piano. Sia il giovane che la donna sono deceduti all’ospedale.
La stampa americana dedica molto spazio alla vicenda. Janet Cooksey, madre dello studente, che non era presente ai fatti, ha raccontato che Quintonio faceva ingegneria alla Northern Illinois University e soffriva di problemi mentali. La Jones viveva con il suo compagno: i figli sono tutti grandi.
Uno studio pubblicato dal Washington Post, in coincidenza con la sparatoria di Chicago, rivela che gli agenti di polizia statunitensi hanno ucciso, a colpi di arma da fuoco, 1.000 civili quest'anno. L’analisi dei dati indica che solo il 4% delle sparatorie letali riguarda poliziotti bianchi che sparano a neri e li ammazzano. La maggioranza delle persone uccise dalla polizia avevano un'arma, soffrivano di tendenze suicide o disturbi mentali o cercavano di scappare dopo che era stato loro intimato l’alt.
Ma in almeno due casi, in primavera a North Charleston in South Carolina e recentemente a Lynwood, nei pressi di Los Angeles, ha fatto scalpore che gli agenti abbiano colpito alle spalle e ripetutamente uomini in fuga, apparentemente non minacciosi.
L’altra faccia della medaglia è il numero dei poliziotti morti in servizio in un anno negli Stati Uniti: oscilla, negli ultimi dieci anni, tra i 192 e i 107; quelli uccisi da armi da fuoco tra i 70 e i 43; l’andamento è irregolare e i numeri tendono piuttosto a decrescere. Recentemente, Donald Trump, battistrada nella corsa alla nomination repubblicana per la Casa Bianca, ha chiesto la pena di morte per chiunque uccida un agente.
La ‘pistola facile’ delle forze dell’ordine è un problema apparentato alla ‘pistola facile’ dei cittadini d’un Paese dove procurarsi un’arma per un minorenne è più facile che comprarsi una birra. Ci sono problemi di addestramento e anche di equipaggiamento, perché la polizia non ha istruzioni adeguate né dotazioni utili per il normale mantenimento dell’ordine pubblico.
La polizia di Chicago è già oggetto di un’inchiesta federale avviata per accertare il rispetto, o meno, da parte degli agenti dei diritti civili, sia per il ricorso eccessivo alla forza letale che per il rispetto della disciplina e l’applicazione delle norme. Nella terza più grande città dell’Unione, con forze dell’ordine seconde per dimensione solo a New York, ci sono state manifestazioni di protesta dopo la diffusione del video dell’uccisione d’un ragazzo nero ad opera d’un poliziotto bianco: 16 colpi per abbattere Laquan McDonald, 17 anni (l’episodio risale al 2014, ma il video era stato tenuto celato). Sono state pure chiese le dimissioni del sindaco, Rahm Emanuel, capo dello staff di Obama alla Casa Bianca all’inizio della presidenza. E il sindaco ora promette piena luce sui due morti ammazzato di Santo Stefano.
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