Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net lo 08 /12/2015
Per combattere il
terrorismo, i cittadini americani si fidano più di Hillary che dei suoi
potenziali rivali repubblicani: una considerazione importante, che emerge dai
sondaggi nel clima d’ansia innescato dalle carneficine di Parigi e riproposto
dalla strage di San Bernardino.
L’ex segretario di Stato, senatore
dello Stato di New York all’epoca dell’11 Settembre, cerca d’essere all’altezza
della fiducia, mentre Donald Trump, il battistrada repubblicano, l’attacca
giudicandola “troppo debole” nei confronti dell’Islam radicale.
Invece, l’antagonista di
Hillary per la nomination democratica, il senatore Bernie Sanders, mostra
diffidenza nei confronti della Russia e, contro il terrorismo, preferisce
affidarsi a una non meglio definita “nuova Nato”. Ma Sanders resta, comunque,
più attento ai temi interni ed economici, dove ha maggiore competenza.
Sulla lotta al terrorismo, Hillary
ha un punto di vista costante: dopo San Bernardino, ha affermato che i
terroristi vanno combattuti "nei cieli, in terra e nel cyber spazio",
parafrasando una frase detta da Winston Churchill nell’imminenza della Seconda
Guerra Mondiale. "Perché loro – ha spiegato - sono incredibilmente bravi
su internet, nel reclutare e nel fare propaganda e nello spingere ad atti di
violenza". Gli Usa, ha aggiunto l’ex first lady, devono guidare la lotta
al "terrorismo jihadista".
Concetti simili a quelli espressi dopo i fatti di
Parigi, in un discorso al Council on Foreign Relations di New York che fa da
punto di riferimento per i successivi interventi su questo tema: per battere l’Is,
il sedicente Stato islamico, oltre ai raid aerei servono forze di terra per
riconquistare i territori e soprattutto "una coalizione internazionale più
efficace, come solo gli Stati Uniti possono mobilitare": l'obiettivo
"non è contenere e respingere l'Is, ma sconfiggerlo e distruggerlo",
in Siria, in Iraq e in tutto il Medio Oriente, "annientando le loro
infrastrutture".
Per la Clinton, con gli
attentati di Parigi, s’è entrati in "un nuova fase" che richiede maggiore
lavoro di intelligence e il coinvolgimento, indispensabile, dei Paesi arabi; e “l'impegno
di ogni pilastro della forza americana". Parole che esprimono un approccio
più duro rispetto a quello del presidente Barack Obama, ribadito nel discorso
alla Nazione di domenica 6. Tra la paura e la
determinazione, "dobbiamo scegliere la determinazione e guidare il
mondo nell'affrontare questa minaccia", dice Hillary, senza tuttavia precisare
se le forze di terra in Siria debbano prevedere truppe statunitensi. (gp)
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