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“Berlusconi
condannato in via definitiva”: il titolo che i più esperti corrispondenti
dall’Italia della stampa estera credevano di non riuscire mai a scrivere
campeggia sui siti d’Europa e d’America.
Le prime a fare
esplodere la notizia sono state le agenzie di stampa internazionali, Afp,
Reuters, Ap, tutte con flash che interrompono le altre trasmissioni. In pochi minuti,
la condanna definitiva dell’ex premier italiano nel processo Mediaset è diventata
titolo da homepage su tutti i siti che contano dell’informazione
internazionale. Le formule,
anche per i tecnicismi della sentenza, tendono a essere simili e fattuali.
Eccone un’antologia.
Le Monde:
“Mediaset, pena di prigione confermata in Cassazione per Berlusconi”. El Pais:
“La Corte suprema italiana conferma la condanna di Berlusconi per frode”. Die
Welt: “Berlusconi condannato definitivamente a quattro anni di detenzione”. The
Guardian: “La condanna di Silvio Berlusconi confermata ma l’interdizione sarà
ridefinita”. New York Times: “La condanna di Berlusconi a un anno per frode
fiscale è confermata”. Bbc: “Confermata la pena al carcere per Berlusconi”. La
Cnn per una volta non è prima sulla notizia, tutta presa dal Medio Oriente e
dagli sviluppi del Datagate, con l’asilo in Russia per la talpa Snowden.
L’emittente Usa titola: “Berlusconi condannato nel caso della frode fiscale”.
Come i titoli,
gli articoli a caldo sono essenziali, telegrafici. Per i commenti ci sarà
spazio sui giornali di oggi e nei reportage di analisi delle tv.
Per i
giornalisti stranieri che lavorano in Italia, Silvio Berlusconi e le sue
avventure politiche e disavventure giudiziarie sono state, negli ultimi anni,
la fonte principale dei loro articoli. Spesso, motivo di dileggio e di ironia.
Molti corrispondenti e alcune troupe televisive erano in piazza Cavour, per
attendere il verdetto e raccontarne il clima. Lo testimonia il presidente della
stampa estera Maarten Van Aalderen, un olandese che lavora per De Telegraf.
Conferma della
condanna a parte, difficile dire, di primo acchito, come venga interpretata la
sentenza della Cassazione, in particolare per quanto riguarda la
rideterminazione della durata dell’interdizione dai pubblici uffici. Sui
giornali esteri ci si interroga senza risposte chiare, come non ce le hanno
neanche i giornali italiani, sulle conseguenze politiche della sentenza, sulla
stabilità della coalizione e del governo. Ma un concetto è chiaro e dominante:
Berlusconi è stato condannato, per la prima volta in maniera definitiva, a una
pena detentiva.
La questione
dell’interdizione dai pubblici uffici appare, ai media stranieri, di lana
caprina: non è immediatamente chiaro perché essa possa essere cruciale per gli
equilibri politici italiani: all’estero, l’idea che un leader condannato in
modo irrevocabile a quattro anni di prigione possa sopravvivere politicamente
appare probabilmente lunare.
Solo chi è più
addentro agli intrighi politici italiani, come il Guardian, mette in evidenza
fin dal titolo la valenza di questo aspetto del verdetto. A molti altri questo
appare un capolinea per il Cavaliere, a prescindere dall’interdizione.
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