Scritto per Il Fatto Quotidiano del 14/08/2013
L’Unione
europea veglia su Venezia e chiede conto all’Italia della salvaguardia della
Serenissima. Dopo il clamore suscitato dagli episodi più recenti, l’incursione
in Laguna a giugno della Divina, 140mila tonnellate, la più grande nave mai
vista in Giudecca, e la collisione mancata della Sunshine il 27 luglio, la
Commissione di Bruxelles vuole vederci chiaro ed evitare guai peggiori.
Helen Kearns,
una portavoce dell’Esecutivo comunitario, chiarisce che il compito di monitorare
quanto avviene nel porto e nei canali di Venezia spetta in primo luogo ‘’alle
autorità italiane”, che –aggiunge- “stanno cercando d'accertare i fatti’’.
Allertata dagli
allarmi lanciati sulla stampa italiana e internazionale, la Commissione di
Bruxelles non sta a guardare: ‘’La sicurezza è per noi la principale priorità.
Ci teniamo in contatto con il Porto di Venezia per ottenere ulteriori
chiarimenti”. Però, fino a che la raccolta di informazioni non sarà completata,
“non si possono fare congetture’’ sulle decisioni e le mosse dell’Esecutivo
comunitario.
La macchina
europea è in moto. Ma tutto sta a non passare dalle parole ai fatti a tragedia
compiuta, come avvenne per la Costa Concordia, la nave da crociera naufragata
al Giglio il 13 gennaio 2012, facendo 32 vittime. Quella sciagura ha
effettivamente spinto le autorità europee a compiere passi in avanti sulla via
della sicurezza dei trasporti, oltre che dei diritti dei passeggeri.
Siim
Kallas, politico estone, già premier del suo Paese e vice-presidente della
Commissione e responsabile dei trasporti nell’Ue, ha recentemente dichiarato a
EurActiv: “Quest'estate,
per la prima volta, i cittadini
dell'Ue potranno viaggiare in tutta Europa sapendo di essere tutelati dalla
legge, indipendentemente dalla destinazione del viaggio e dal mezzo di
trasporto. L'Ue è la prima e unica regione al mondo in cui i passeggeri godono
di diritti fondamentali ampi e integrati che si applicano a tutte le forme di trasporto”.
Quando,
nell’aprile 2012, tre mesi dopo la tragedia del Giglio, Kallas presentò le sue
proposte, accolte in modo positivo dagli Stati dell’Unione e dai professionisti
dei trasporti, ed entrate pienamente in vigore la scorsa primavera, il
commissario ammonì: "Evitiamo di stare fermi ad
aspettare il prossimo incidente. Limitarsi a reagire dopo un'altra tragedia
sarebbe sconsiderato".
Il pericolo delle grandi navi nei canali veneziani è
l’occasione per dimostrare che quelle parole non erano vuota retorica. Bene
l’attenzione di Kallas. Ma con lui devono muoversi anche i responsabili della
tutela a livello europeo dei beni culturali, come la sua collega in Commissione,
la cipriota Androulla Vassiliou E l’attenzione di parlamentari europei, non
solo italiani, indurrebbe senz’altro le istituzioni dell’Ue ad alzare il
livello di guardia.
Per Kallas, "incidenti
drammatici come quello della Costa Concordia hanno messo la sicurezza delle
navi al centro dell'attenzione". Di qui l’esigenza, nell’ambito di ''una
politica coerente sui diritti dei passeggeri in Europa per tutti i mezzi di
trasporto”, di garantire una tutela “ai 200 milioni di persone che viaggiano in
nave ogni anno''.
La tutela dei
passeggeri è essenziale. Ma non basta: bisogna pure tutelare l’ambiente e i
beni culturali dai danni potenzialmente derivanti da presenze invasive di mezzi
di trasporto. L’approccio di Kallas al rafforzamento della sicurezza dei
trasporti marittimi s’è finora sviluppato lungo tre direttrici: la promozione
di misure volontarie da parte dell’industria come immediata risposta –nel caso
di Venezia, ci vorrebbe una decisione autonoma delle compagnie di crociera di
sospendere le escursioni in Giudecca-; l’attuazione della legislazione
esistente nell’Ue, perché direttive già esistono; e, infine, nuove regole,
preferibilmente a livello dell’Imo, l’Organizzazione marittima internazionale,
perché le norme devono valere per tutti e non solo per le unità che battono una
bandiera dell'Ue.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento