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giovedì 1 agosto 2013

Caso Ablyazov: Bonino non riceve Yelemessov; ok, ma quando lo caccia?

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 01/08/2013

Il ministro degli Esteri Emma Bonino "non ritiene opportuno ricevere l'ambasciatore kazako" Adrian Yelemessov, che le ha chiesto, al rientro in Italia dalle vacanze, un incontro. La Bonino lo dice alle Commissioni Esteri di Camera e Senato, i cui presidenti Casini e Cicchitto avallano la sua scelta: neppure loro riceveranno il diplomatico che ha sbertucciato l’Italia, dribblando la Farnesina, trasformando il Viminale in una propria dépendance e riuscendo così a fare deportare nel suo paese Alma Shalabayeva e la piccola Alua, moglie e figlia del peggior nemico del despota Nazarbayev, Mukhtar Ablyazov. E quando il Ministero degli Esteri ha finalmente voluto chiedergliene conto, Yelemessov s’è fatto trovare in ferie, così che nello studio della Bonino s’è presentato il suo vice.

Ora, bene che il ministro non riceva l’ambasciatore. Ma quando si decide a cacciarlo? L’ipotesi è al vaglio, ma la Bonino teme che l’espulsione di Yelemessov susciti reazioni kazake (Astana potrebbe cacciare l’ambasciatore italiano Alberto Pieri) e limiti le possibilità della diplomazia italiana di dare assistenza umanitaria e legale ad Alma e Alua, che martedì hanno ricevuto una quarta visita del ‘numero due’ della nostra ambasciata.


Però, è un’illusione che, con le buone, si ottenga qualcosa di concreto. E, forse, un pugno sul tavolo servirebbe più della melassa. Per il ministro, “il ritorno alla normalità delle relazioni fra i due Paesi “dipende dalla volontà” dei kazaki di restituire “libertà di movimento” ad Alma e alla bimba. Ma, per tutelarle efficacemente, potremmo attivare i meccanismi di salvaguardia previsti dall’Osce e già sperimentati con successo in passato. Ci siamo fatti un autogol. Continuare a giocare di rimessa non basta.

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