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martedì 20 agosto 2013

Egitto: ue, la tentazione di un colpo al cerchio e uno alla botte

Scritto per EurActiv il 20/08/2013

“La celerità della riunione di domani e i contatti a tutti i livelli che ci sono stati in questi giorni dimostrano che l'Europa non ha perso tempo" sulla crisi egiziana. Parole del viceministro degli Esteri Lapo Pistelli, ospite oggi a Radio Anch'io su Radio1 Rai, nell’imminenza della riunione, domani, dei ministri degli Esteri dei 28.

In realtà, c’è l’impressione che, sulla crisi egiziana, l’Unione europea abbia dato un colpo di freno, dopo le prese di posizione della scorsa settimana, al culmine dell’emozione per la sanguinosa repressione compiuta dal governo ‘ad interim’ al potere dopo la destituzione del presidente eletto Mohamed Morsi e la sospensione della Costituzione.

Ministri degli Esteri, fra cui l’italiana Emma Bonino, avevano sollecitato una riunione d’emergenza ‘ad horas’ del Consiglio dell’Ue; e premier, fra cui l’italiano Enrico Letta, avevano pure prospettato un Vertice. Tutto s’è poi ridotto a un consulto preliminare, ieri, a Bruxelles, degli ambasciatori, che hanno preparato l’incontro dei ministri, senza ovviamente prendere decisioni.

Resta il rischio, in realtà, che l’Ue sciorini, domani, la propria impotenza e le proprie divisioni, anche se - dice Pistelli - il congelamento della vendita di armi e il blocco degli aiuti finanziari europei "restano ipotesi sul tavolo" della riunione dei ministri.

Dopo il consulto fra ambasciatori, l'inviato speciale della diplomazia europea per il Mediterraneo del Sud Bernardino Leon aveva ieri affermato che l'Ue vuole essere un "interlocutore chiave" e che prenderà decisioni "con l'obiettivo di trovare una soluzione politica" alla crisi egiziana. Ma c’è pure la tentazione di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, partendo dall’asserto che la violenza viene da tutte e due le parti, sia dal governo sostenuto dai militari che dai Fratelli Musulmani

Gli ambasciatori, ha spiegato Leon, hanno chiesto all’alto rappresentante per la politica estera, Catherine Ashton, di presentare un documento con le opzioni a disposizione per rispondere alla crisi. Tra queste, vi sono, effettivamente, la possibilità di porre un embargo alla vendita di armi al Paese e la sospensione degli aiuti economici.

A novembre l'Unione aveva presentato un pacchetto finanziario di cinque miliardi di euro destinato ad accompagnare la transizione politica ed economica egiziana. Per l’Ue, secondo Leon, il governo ad interim egiziano così come le forze armate hanno responsabilità importanti nella tragedia in atto, che ha già fatto centinaia e forse migliaia di morti tra gli oppositori. 

La Bonino intende battersi per una posizione unitaria favorevole all’embargo (la fornitura di armi all’esercito egiziano è già stata sospesa dall’Italia a giugno, prima della deposizione di Morsi). E, per la Bonino, ʺl’utilizzo brutale della forza da parte dell’esercito contro il popolo è inaccettabile e va deplorata senza mezzi terminiʺ.

Per il ministro, inoltre, il pugno di ferro contro i Fratelli Musulmani, annunciato dal comandante delle Forze armate Abdel-Fatah al-Sisi, potrebbe essere controproducente per la stabilità politica dell’Egitto:  sebbene esistano ʺprecise responsabilità dei Fratelli Musulmani’’, metterli al bando significherebbe "mandarli in clandestinità, rischiando di potenziarne l’estremismo’’.

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