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domenica 18 agosto 2013

Egitto e Siria: vicende parallele, l'effimera Rau e i cruenti conflitti interni

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 18/08/2013

Egitto e Siria, storie (a tratti) parallele di due Paesi chiave del Mondo arabo e del Medio Oriente, uniti per una breve stagione, ancora al tempo della decolonizzazione, dal progetto di quell’utopia panaraba inseguita soprattutto dal presidente egiziano Gamal Abdel Nasser, ma pure accomunati, proprio in quegli anni, da un comune disegno anti-israeliano, quando il processo di pace doveva ancora emergere attraverso sanguinosi conflitti e cruente Intifada.

Oggi, l’Egitto e la Siria sono protagonisti paralleli di drammatiche vicende interne difficili da leggere, allo snodo tra stabilità ‘dinastiche’ e improbabili democrazie, dopo avere seguito, per mezzo secolo, parabole diverse: tendenzialmente filo-occidentale, e il primo disposto alla pace con Israele, l’Egitto; fredda con l’Occidente, e ancora in guerra con Israele, la Siria.

Nata ufficialmente il 1.o febbraio 1958, la Repubblica Araba Unita (Rau la sua sigla) era un'entità statale senza continuità geografica, creata dall'unione politica dell’Egitto e della Siria. Dopo poco, vi aderì lo Yemen del Nord –allora, il Paese era ancora diviso-, con una formula confederale più elastica (che prevedeva la denominazione di Stati arabi uniti).

Sulla carta, la Rau si proponeva di essere un nucleo che attraesse progressivamente altri Stati arabi. Ma l'esperimento naufragò presto, in capo a pochi anni, nel 1961, quando la Siria se ne staccò causa divergenze politiche con l'Egitto.

Del resto, l’iniziativa aveva traino e impronta egiziani: Nasser, l’uomo faro del Mondo arabo, e anche del movimento dei cosiddetti ‘non allineati’, ne era il presidente; Il Cairo la capitale. Il 10 aprile 1958, la RAU adottò una bandiera basata sul vessillo della liberazione araba, con l'aggiunta di due stelle verdi per rappresentare i due Stati. Curiosamente, la bandiera è tuttora quella nazionale siriana.

L'emblema della Rau riprendeva invece l' ‘aquila ayyubbide’ (l’aquila di Saladino), nel ricordo d’una dinastia che governò congiuntamente i territori egiziani e quelli siriani. 

Anche dopo la defezione della Siria, l'Egitto continuò a chiamarsi Rau e, ad esempio, a partecipare come tale ai Giochi Olimpici –la Repubblica araba unita esordì a Roma 1960-, fino al 31 dicembre 1971.

Il forte afflato panarabo della stagione nasseriana non si spense, tuttavia, con il fallimento della Rau e rimase in qualche modo vivo fino agli Anni Settanta. La Libia e il colonnello Muammar Gheddafi si proposero come continuatori del ruolo dell’Egitto ed epigoni di Nasser: la Tripoli ‘rivoluzionaria’ del primo Gheddafi appoggiava i movimenti di liberazione nazionale, come l’Olp di Yasser Arafat, e propose senza successo duraturo unioni politiche con Tunisia nel 1974, Ciad nel 1981 e Marocco nel 1984. Proprio nel segno e nel ricordo dell’intuizione nasseriana della Repubblica araba unita.

Anche se, a quel punto, il sogno panarabo era già da tempo tramontato, ammesso che l’utopia d’una concordia tra sciiti e sunniti abbia mai avuto fondamento nell’ultimo secolo.

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