Egitto e Siria,
storie (a tratti) parallele di due Paesi chiave del Mondo arabo e del Medio
Oriente, uniti per una breve stagione, ancora al tempo della decolonizzazione, dal
progetto di quell’utopia panaraba inseguita soprattutto dal presidente egiziano
Gamal Abdel Nasser, ma pure accomunati, proprio in quegli anni, da un comune
disegno anti-israeliano, quando il processo di pace doveva ancora emergere attraverso
sanguinosi conflitti e cruente Intifada.
Oggi, l’Egitto e la
Siria sono protagonisti paralleli di drammatiche vicende interne difficili da
leggere, allo snodo tra stabilità ‘dinastiche’ e improbabili democrazie, dopo
avere seguito, per mezzo secolo, parabole diverse: tendenzialmente
filo-occidentale, e il primo disposto alla pace con Israele, l’Egitto; fredda
con l’Occidente, e ancora in guerra con Israele, la Siria.
Nata ufficialmente il
1.o febbraio 1958, la Repubblica Araba
Unita (Rau la sua sigla) era un'entità statale senza continuità
geografica, creata dall'unione politica dell’Egitto e della Siria. Dopo poco,
vi aderì lo Yemen del Nord –allora, il Paese era ancora diviso-, con una
formula confederale più elastica (che prevedeva la denominazione di Stati arabi
uniti).
Sulla carta, la Rau
si proponeva di essere un nucleo che attraesse progressivamente altri Stati
arabi. Ma l'esperimento naufragò presto, in capo a pochi anni, nel 1961, quando
la Siria se ne staccò causa divergenze politiche con l'Egitto.
Del resto, l’iniziativa aveva traino e impronta egiziani:
Nasser, l’uomo faro del Mondo arabo, e anche del movimento dei cosiddetti ‘non
allineati’, ne era il presidente; Il Cairo la capitale. Il 10 aprile 1958, la RAU adottò una bandiera
basata sul vessillo della liberazione araba, con l'aggiunta di due stelle verdi
per rappresentare i due Stati. Curiosamente, la bandiera è tuttora quella nazionale
siriana.
L'emblema della
Rau riprendeva invece l' ‘aquila ayyubbide’ (l’aquila di Saladino), nel ricordo
d’una dinastia che governò congiuntamente i territori egiziani e quelli
siriani.
Anche dopo la defezione della Siria, l'Egitto continuò a chiamarsi Rau e, ad esempio, a partecipare come tale ai Giochi Olimpici –la Repubblica araba unita esordì a Roma 1960-, fino al 31 dicembre 1971.
Il forte afflato panarabo della stagione nasseriana non si spense, tuttavia, con il fallimento della Rau e rimase in qualche modo vivo fino agli Anni Settanta. La Libia e il colonnello Muammar Gheddafi si proposero come continuatori del ruolo dell’Egitto ed epigoni di Nasser: la Tripoli ‘rivoluzionaria’ del primo Gheddafi appoggiava i movimenti di liberazione nazionale, come l’Olp di Yasser Arafat, e propose senza successo duraturo unioni politiche con Tunisia nel 1974, Ciad nel 1981 e Marocco nel 1984. Proprio nel segno e nel ricordo dell’intuizione nasseriana della Repubblica araba unita.
Anche se, a quel punto, il sogno panarabo era già da tempo tramontato, ammesso che l’utopia d’una concordia tra sciiti e sunniti abbia mai avuto fondamento nell’ultimo secolo.
Anche dopo la defezione della Siria, l'Egitto continuò a chiamarsi Rau e, ad esempio, a partecipare come tale ai Giochi Olimpici –la Repubblica araba unita esordì a Roma 1960-, fino al 31 dicembre 1971.
Il forte afflato panarabo della stagione nasseriana non si spense, tuttavia, con il fallimento della Rau e rimase in qualche modo vivo fino agli Anni Settanta. La Libia e il colonnello Muammar Gheddafi si proposero come continuatori del ruolo dell’Egitto ed epigoni di Nasser: la Tripoli ‘rivoluzionaria’ del primo Gheddafi appoggiava i movimenti di liberazione nazionale, come l’Olp di Yasser Arafat, e propose senza successo duraturo unioni politiche con Tunisia nel 1974, Ciad nel 1981 e Marocco nel 1984. Proprio nel segno e nel ricordo dell’intuizione nasseriana della Repubblica araba unita.
Anche se, a quel punto, il sogno panarabo era già da tempo tramontato, ammesso che l’utopia d’una concordia tra sciiti e sunniti abbia mai avuto fondamento nell’ultimo secolo.
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