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giovedì 11 giugno 2015

Immigrazione: Italia cerca d'arginare rinvio, Commissione precisa proposte

Scritto per Il Fatto Quotidiano dell'11/06/2015

Spalleggiata dalla Commissione europea, l’Italia cerca di mettere un argine al rinvio delle decisioni dei 28 per una politica dell’immigrazione comune. Mentre circolano i dettagli delle nuove proposte dell’Esecutivo comunitario, che vengono in soccorso di Italia, Grecia ed eventualmente Malta, l’onda del rinvio rischia di rivelarsi inarrestabile. Nel palese calcolo che - passata la bella stagione - le condizioni meteorologiche avverse attenuino da sole l’emergenza, incoraggiando ulteriori rinvii.

Da Bruxelles, il ministro degli Esteri Gentiloni avverte che procrastinare la decisione del Consiglio dell’Ue sulla politica dell'immigrazione "non sarebbe solo un problema per l'Italia, ma sarebbe un'enorme sconfitta per l'Europa". Per questo, l’Italia si batterà “perché il piano della Commissione venga approvato nei tempi previsti”, cioè nelle prossime settimane.

L’esecutivo di Bruxelles è sulla stessa linea: l'emergenza "è ora" e l’azione europea non può essere rinviata. A fronte delle migliaia di salvataggi di migranti nel Mediterraneo e di arrivi lungo le coste di Italia e Grecia, "gli Stati devono assumersi le loro responsabilità", fa dire il commissario Avramopoulos, che lunedì era a Roma.

La prossima settimana, il Consiglio dei Ministri dell’Interno dei 28 discuterà a Lussemburgo l’Agenda della Commissione rivista in base alle indicazioni dei capi di Stato o di governo. Secondo la presidenza di turno lettone, però, non ci sarà decisione sulla redistribuzione di 40 mila richiedenti asilo da Italia e Grecia agli altri Paesi. E’ il punto più controverso del pacchetto di proposte, che vede contrari o perplessi almeno una dozzina di Paesi. Pare dunque inevitabile che la questione finisca sui tavolo dei leader dei 28 al Vertice europeo di fine giugno, il 25 e 26.

Sul piano operativo, la Commissione propone di attivare per la prima volta un meccanismo, previsto dal Trattato di Lisbona, “di risposta emergenziale”, in caso “di afflusso improvviso di cittadini di paesi terzi” – proprio quanto accade -. Se ci sarà l’ok dei Governi dei 28 e del Parlamento europeo, nei prossimi due anni 40 mila cittadini eritrei e siriani bisognosi di protezione internazionale ed arrivati dopo il 15 aprile 2015 verranno trasferiti dall’Italia (24mila) e dalla Grecia (16mila) in altri Paesi Ue, ad eccezione di Regno Unito, Irlanda e Danimarca, che possono chiamarsene fuori disponendo della clausola dell’ ‘opting out’.

Il numero di richiedenti asilo trasferiti corrisponde al 40% delle domande d’asilo presentate in Italia e in Grecia nel 2014. Le quote di distribuzione, invece, tengono cono del Pil, della popolazione e del numero di disoccupati e di richiedenti asilo in ciascuno Stato. Se il meccanismo sarà approvato, la Germania accoglierà il maggior numero di richiedenti asilo redistribuiti (quasi 8800), la Francia ne prenderà quasi 6700 e la Spagna quasi 3300. Verranno trasferiti per primi i soggetti vulnerabili e la solidarietà verrà in qualche misura ‘retribuita’: 6000 euro per ogni richiedente asilo accolto
.
Italia e Grecia dovranno migliorare i sistemi d’asilo, d’accoglienza e di rimpatrio. Se non lo faranno, il meccanismo di redistribuzione potrà essere sospeso. Il ‘resettlement’ dovrebbe pure riguardare 20 mila assistiti dall’UnHcr, 2mila dei quali dovrebbero arrivare in Italia. Questa parte del programma europeo, dotata di 50 milioni di euro, non sarebbe però vincolante.

L’Agenda della Commissione prevede, ancora, un rafforzamento di Triton, nove milioni di euro ogni mese, lo spiegamento di 10 mezzi navali, 33 mezzi terrestri, 8 velivoli e 121 uomini, e l’estensione del limite territoriale che coinciderà con quello che aveva Mare Nostrum. Le proposte sono integrate da un piano d’azione contro il traffico di persone.

Un pacchetto impegnativo, che, se anche fosse integralmente adottato e immediatamente attuato, non basterebbe a risolvere la questione. Il vice ministro agli Esteri Pistelli constata il ritardo dell’Unione nel comprendere il problema e osserva: “Possiamo fare di tutto per affrontare l’emergenza, ma la dimensione demografica del fenomeno è ineludibile: ci sono 232 milioni di migranti nel Mondo e noi in Europa vediamo solo la coda dell’elefante”.

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