Scritto per La Presse e GpNewsUsa2016.eu il 15/06/2015 e per Il Fatto Quotidiano del 16/06/2015, in versioni diverse
Si sente pronto a guidare l’America, che è “su una strada
sbagliata”: parlando in inglese e spagnolo, promette 19 milioni di posti di
lavoro, la sicurezza energetica fra 5 anni, rapporti con Cuba ‘normalizzati’
(ma solo se il popolo sarà libero). Con un messaggio di ottimismo, e
un’affermazione di leadership, Jeb Bush s’è ufficialmente candidato alla
nomination repubblicana per Usa 2011: l’ex governatore della Florida, figlio e
fratello rispettivamente del 41° e 43° presidente Usa, ne ha dato l’annuncio al
Miami Dade College, dopo gli adempimenti formali alla commissione elettorale.
“Sono certo –afferma-che possiamo rendere i prossimi decenni
dell’America i migliori mai vissuti in questo Mondo". Ma le proteste dei
migranti a tratti lo interrompono.
Con Jeb, i candidati alla nomination repubblicana per Usa
2016 sono 11 e possono diventare subito una dozzina, con l’eccentrico
miliardario Donald Trump, con la prospettiva di salire fino a 15. Quelli
democratici sono solo tre: Hillary Rodham Clinton, l’ex first lady, non ha
praticamente rivali nel suo campo.
Nonostante la ressa in campo repubblicano, la corsa alla
Casa Bianca assume sempre più l’aspetto di uno scontro fra ‘dinastie’ americane:
è infatti possibile, anzi probabile, dicono per ora i sondaggi, che il match
finale sia Bush contro Clinton, come nel 1992 (allora George Bush contro Bill
Clinton; oggi Jeb, il figlio, contro Hillary, la moglie).
Il terzo Bush deve però preoccuparsi della concorrenza di
Marco Rubio, senatore della Florida d’origini cubane: la corsa alla nomination
repubblicana potrebbe così ridursi a un derby del Sunshine State. Rubio, 44
anni, è stato molto cavalleresco con il rivale, che, a 62 anni, gli è quasi
stato maestro in politica, sottolineando l’amicizia che li lega.
Il logo della campagna di Bush, con la scritta
"Jeb!" in grandi lettere rosse su sfondo bianco e 2016 in piccolo con
numeri blu, fa discutere per la mancanza del cognome, quasi che l’ex
governatore, voglia smarcarsi da un’eredità pesante –specie quella del
fratello-. Il papà, invece, non lo imbarazza: prima dell’annuncio, gli ha
telefonato e lo ha fatto sapere.
Jeb, reduce da un viaggio in Europa, Germania, Polonia,
Estonia, aveva lanciato domenica il conto alla rovescia del suo annuncio. Ora, s’impegna
a “offrire alternative” e ad essere “concreto” e riserva un po’ d’ironia ad
Hillary che fino a sabato s’era limitata ad “ascoltare” la gente d’America,
prima del bagno di folla con comizio a Roosevelt Island a New York.
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