Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 31/10/2016, incorporando l'articolo per Il Fatto Quotidiano dello stesso giorno
Agenti dell'Fbi sapevano da inizio ottobre che
materiale trovato nel computer di Anthony Weiner, utilizzato anche dalla moglie
Huma Abedin, la più stretta collaboratrice di Hillary Clinton, poteva essere
attinente all'inchiesta sull'emailgate. Lo scrive il WP, secondo cui gli agenti
avrebbero però aspettato settimane prima di informare il loro direttore, James Comey.
L’illazione è uno dei tanti tasselli non ufficialmente confermati che vanno a
comporre il puzzle della vicenda che scuote e cambia la campagna presidenziale
negli Stati Uniti.
Gli agenti federali hanno intanto ottenuto il mandato
necessario per cominciare a vagliare le mail potenzialmente attinenti all’emailgate
e stabilire quali e quante siano davvero rilevanti ai fini dell'inchiesta relativa
all'utilizzo di un account e di un server privati da parte della Clinton quando
era segretario di Stato. Lo dice la Abc, spiegando che il mandato era
necessario perché il materiale è stato trovato nell'ambito di un’altra indagine,
che riguarda l’invio, da parte di Weiner, di messaggi dal contenuto sessuale a
una 15enne.
Per il WSJ, le mail da vagliare sono circa 650 mila. E
quelle inviate o ricevute dal server privato della ex segretario di Stato
potrebbero essere migliaia.
Reazioni
e critiche alla riapertura dell’inchiesta - La decisione di
Comey di riaprire l’inchiesta e di annunciarlo al Congresso continua a
suscitare critiche. L'ex ministro della Giustizia Eric Holder è tra i firmatari
di una lettera - ottenuta dall'Associated Press -, sottoscritta da decine di
altri ex procuratori federali, estremamente dura nei confronti del direttore
dell'Fbi.
E John Podesta, il capo della campagna elettorale
della candidata democratica, torna a chiedere che Comey spieghi la sua
decisione "senza precedenti" presa a pochi giorni dall’Election Day.
Per il leader dei democratici al Senato, Harry Reid,
la decisione di Comey è "un'azione di parte" e, quindi, una
potenziale violazione della legge federale (Hatch Act) che vieta a funzionari
governativi di utilizzare la propria posizione per influenzare un voto. Le osservazioni
sono contenute in una lettera che il senatore Reid – rivela il WSJ – ha scritto
al direttore Comey: "Scrivo per informare che il mio ufficio ha stabilito
che le sue azioni potrebbero violare l'Hatch Act”. Stando alla Cnn, quattro
esponenti democratici del Congresso avrebbero a loro volta chiesto a Comey di
fornire entro oggi spiegazioni sulla sua decisione.
Le
letture di Hillary e Donald - Hillary Clinton e Donald Trump
danno letture diametralmente diverse della decisione del direttore dell’Fbi Comey
di riaprire, a poco più di una settimana dall’Election Day, l’inchiesta già
archiviata sulle mail dell’ex segretario di Stato. E i sondaggi mostrano
un’America turbata e più divisa che mai.
“Non ci faremo distrarre”, dice la candidata
democratica in un comizio in Florida, dove si presenta senza la sua principale
collaboratrice Huma Abedin, coinvolta nei sussulti dell’inchiesta dell’Fbi e
rimasta a New York per collaborare con gli inquirenti.
"E' abbastanza strano che qualcosa del genere
accada così a ridosso dal voto", osserva Hillary: "E' senza
precedenti ed è profondamente preoccupante … La gente ha il diritto di sapere:
chiediamo che tutte le informazioni siano rapidamente diffuse". Ma, invece
di notizie, circolano solo illazioni, su cui il candidato repubblicano specula.
"Il dipartimento della Giustizia sta facendo
enormi sforzi per proteggere” la Clinton, insinua Trump, basandosi su
indiscrezioni dei media secondo cui il segretario alla Giustizia Loretta era
contraria alla decisione di Comey di riaprire l’inchiesta e d’informarne il
Congresso. "Alcuni, ed io fra questi, pensano che Hillary abbia offerto a
Loretta di confermarla".
Trump arriva a ringraziare Weiner. "Mai pensato
che avrei dovuto dirgli grazie", dice a un comizio, spostando poi il tiro
sulla sua rivale: "Hillary ha solo se stessa da biasimare per i suoi
problemi legali". Il marito della Abedin non è invece popolare fra i
democratici: “Mai stato un suo fan, neppure prima che finisse nei guai”, dice
il vice-presidente Joe Biden, intervistato dalla Cnn, anch’egli favorevole,
come Hillary, a che l’Fbi divulghi i documenti.
Riflettori
su Huma e sui rapporti con Hillary - La riapertura dell’inchiesta
sulle mail riaccende l’attenzione su Huma Abedin, molto più che un'assistente e
un braccio destro per Hillary, che la ritiene “una seconda figlia”. L’interesse
dell’Fbi si concentra sul computer che la Abedin condivideva con il marito ed
ex deputato.
Gli agenti si sono imbattuti in mail di Huma a Hillary
– e viceversa -, esaminando il computer che ritenevano di Weiner. L'Fbi non ha
ancora stabilito se quei documenti siano doppioni di quelli già esaminati e se,
nel caso non lo siano, contengano informazioni classificate. La Abedin, che è
accanto alla Clinton da quando aveva 19 anni e ne divenne stagista – oggi, ne
ha 40 -, non si capacita di come le sue mail siano finite in quel computer, che
di solito non usava.
Sondaggi
e previsioni contraddittori - L’aggiornamento quotidiano del
sondaggio Abc/WP indica un testa a testa serrato fra l’ex segretario di Stato
ed il magnate – ieri + 2, oggi + 1 per Hillary, statisticamente pari -. Ma
quasi due americani su tre indicano che il sussulto delle mail non condiziona
il loro voto, pur se uno su tre è oggi meno incline a votare per la Clinton – e
solo il 2% più incline -.
Inquietante, per l’ex first lady, anche un dato del
NYT dalla Florida, con l’Ohio lo Stato più cruciale nella corsa alla Casa
Bianca: Trump le è davanti di quattro punti, senza contare l’effetto mail. Lei
mobilita al voto i suoi sostenitori: "Battiamo i record" di
affluenza, dice, nella convinzione, condivisa, che più gente va alle urne
meglio è per lei.
Il sito Fivethirtyeight.com dà sempre Hillary vincente
in termini di Grandi Elettori, ma le possibilità di Trump, che erano scese al
12,5%, risalgono al 21%. Il sito 270towin.com mantiene l’incertezza: assegna
alla democratica 258 Grandi Elettori – ce ne vogliono 270 – e al repubblicano
157, lasciandone 123 in bilico.
Una
polemicuzza che si stempera - La mossa di Comey, sfruttata dalla
propaganda repubblicana, rimescola nell’opinione pubblica tutte le sensazioni
di mancanza di sincerità che accompagnano i Clinton, dalle speculazioni
immobiliari di quando ancora vivevano in Arkansas ai finanziamenti stranieri
alla loro Fondazione. Il clamore dà anche risalto a un’altra polemicuzza:
Hillary e Bill avrebbero ristrutturato una loro proprietà senza i permessi
necessari.
Secondo 'The Journal News', la casa in questione,
acquistata in agosto per 1,6 milioni di dollari, è accanto alla residenza della
famiglia a Chappaqua, vicino a New York. Dopo l’acquisto, i Clinton avrebbero
rinnovato piscina, cucina e illuminazione, senza autorizzazione. Un ispettore
avrebbe compiuto un sopralluogo il 5 ottobre, dopo avere ricevuto una
segnalazione.
Ma, almeno su questo fronte, i Clinton possono stare tranquilli: i permessi per le ristrutturazioni sono arrivati, hanno ieri confermato le autorità locali. Robert Greenstein, un responsabile, ha fatto sapere che durante i lavori "era effettivamente emerso" che l'impresa non si era preoccupata di avere tutti i permessi necessari. Una volta informati, i Clinton si sono "attivati immediatamente" perché tutto fosse in regola. (fonti vv – gp)
Ma, almeno su questo fronte, i Clinton possono stare tranquilli: i permessi per le ristrutturazioni sono arrivati, hanno ieri confermato le autorità locali. Robert Greenstein, un responsabile, ha fatto sapere che durante i lavori "era effettivamente emerso" che l'impresa non si era preoccupata di avere tutti i permessi necessari. Una volta informati, i Clinton si sono "attivati immediatamente" perché tutto fosse in regola. (fonti vv – gp)