Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net l'11/10/2016, utilizzando in parte l'articolo per Il Fatto Quotidiano dello stesso giorno
Hillary
Clinton ha già ripreso la campagna, dalla Florida, con l’aiuto di Al Gore, che
in quello Stato non è proprio una garanzia. L’ex first lady riparte forte del
successo nel secondo dibattito televisivo con il suo rivale Donald Trump
decretatole dai sondaggi: secondo la Cnn, 57% a 34%. Le danno morale anche i
rilevamenti fatti prima del confronto, ma dopo la diffusione dei commenti
sessisti del candidato repubblicano: secondo WSJ/Nbc, è avanti 11 punti, 46% a 35%, con il
libertario Gary Johnson al 9% e la verde Jill Stein al 2%. Se poi il confronto
si riduce a un testa a testa, Hillary amplia il vantaggio a 14 punti, 52% a
38%.
Trump,
però, la cui candidatura appariva traballante, sopravvive al secondo dibattito.
La Clinton non trova, e neppure cerca, il colpo del KO: forse, le sta bene un
avversario malridotto, che si trascini ferito fino all’Election Day, l’8
Novembre. L’appuntamento per il terzo e ultimo dibattito è all’Università del
Nevada di Las Vegas il 19 ottobre.
L’audience
del secondo è stata molto alta: quasi 66 milioni di persone, secondo la
Nielsen, meno degli oltre 80 milioni del primo confronto, ma sempre
eccezionale. Twitter batte tutti i suoi record, con oltre 17 milioni di
cinguettii. Nello spazio del dibattito, Hillary guadagna 25mila followers,
Trump 16mila. Ma gli hashtag più utilizzati sono quelli che riguardano il
magnate: al primo posto, il plateale disaccordo sulla Siria tra il candidato e
il suo vice Mike Pence.
A caldo,
c’è chi attribuisce a Pence propositi di abbandono del ticket. Ma il
governatore dell’Indiana si allinea al suo boss, nonostante la bacchettata
sulle dita. E i fedelissimi di Trump, adesso, vanno a caccia dei voltagabbana,
i tanti che lo avevano già scaricato come se fosse ‘morto’.
“Il
partito repubblicano resta con Donald Trump”, fa sapere il presidente del
comitato nazionale Reince Priebus, dopo un giro di telefonate: ''Nulla è
cambiato in termini d’appoggio al candidato''. Priebus definisce le scuse di
Trump sul video sessista ''sincere'' e ritiene che il dibattito abbia chiuso il
problema. Ma l’unità è di facciata e le riserve dei conservatori moderati
restano.
Del resto,
cambiare cavallo a questo punto della campagna elettorale sarebbe
difficilissimo, ammesso – e non succederà - che Trump si ritiri. Lo spiega lo
stratega repubblicano Karl Rove, artefice delle vittorie di Bush nel 2000e
2004: "E' praticamente impossibile sostituire un candidato ad agosto,
figuriamoci ad ottobre". Bisogna convocare un comitato di 160 membri della
Convention e selezionare il nuovo ‘campione’; e non si saprebbe come gestire i
voti per corrispondenza già depositati – sarebbero quasi mezzo milione e
aumentano ogni giorno -.
Sintomatico
l’atteggiamento dello speaker della Camera Paul Ryan, che non ritira l’endorsement
a Trump, ma non lo difende. E' quanto emerge - secondo alcuni media come
Politico e The Hill – da una riunione a porte chiuse tra Ryan e i deputati
repubblicani. Lo speaker riconosce la necessità di fare tutto quanto necessario
per conquistare la Casa Bianca, ma è soprattutto concentrato sull'obiettivo di
conservare la maggioranza alla Camera e non intende fare campagna per Trump.
Pronta la
reazione del candidato affidata a Twitter: "Ryan dovrebbe passare più tempo
ad occuparsi di bilancio, d’occupazione, d’immigrazione illegale e non
sprecarlo a combattermi".
A margine
del dibattito, retroscena e spigolature. Trump voleva che le quattro donne presentatesi
con lui a St,Louis e uscite dal passato dei Clinton fossero collocate in prima
fila, accanto a Bill. Ma la commissione che organizza i dibattiti le ha invece
spedite in tribuna.
Molta attenzione mediatica, infine, per la camicetta di Melania, la moglie di Donald: è fucsia e ha su scritto Pussy Blow, Fuoco alla Miccia - ma il doppio senso sessuale non può sfuggire -. Lei dirà poi che non era intenzionale, ma nessuno le crede. (fonti vv – gp)
Molta attenzione mediatica, infine, per la camicetta di Melania, la moglie di Donald: è fucsia e ha su scritto Pussy Blow, Fuoco alla Miccia - ma il doppio senso sessuale non può sfuggire -. Lei dirà poi che non era intenzionale, ma nessuno le crede. (fonti vv – gp)
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