Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 17/10/2016
Giornata contraddittoria, la domenica appena trascorsa
negli Stati Uniti, per la campagna elettorale di Usa 2016: se il candidato
repubblicano Donald Trump viene contraddetto, sul palco dei comizi, dal maggior
leader del suo partito, lo speaker della Camera Paul Ryan, e dal suo vice Mike
Pence, sulle accuse di voto truccato e sull'ingerenza degli hacker russi, ma
ricava indicazioni incoraggianti dal sondaggio di WP/Abc, secondo cui l’impatto
degli scandali sessuali degli ultimi dieci giorni sarebbe scarso sui potenziali
elettori. Il rilevamento ha però un margine d’errore molto alto.
Quasi il 70% degli intervistati crede che Trump abbia
realmente fatto avances sessuali eccessive e una maggioranza ritiene che le sue
scuse per video e audio sessisti non siano sincere. Malgrado ciò, nelle
intenzioni di voto a livello nazionale, la candidata democratica Hillary
Clinton è avanti appena di quattro punti: 47% a 43% in una gara a quattro.
Un’analisi dei dati a livello statale indica, però, che, in questa situazione,
Hillary otterrebbe una larga maggioranza a livello di Collegio Elettorale.
Ryan
non crede ai brogli (e Pence crede che gli hackers siano russi) –
Le ripetute asserzioni fatte da Trump su un complotto della stampa contro di
lui e sul rischio le elezioni siano truccate innescano un commento critico del
portavoce dello speaker della Camera: "La nostra democrazia è basata sulla
fiducia nei risultati delle elezioni e Paul Ryan confida che gli Stati
condurranno il voto con integrità".
Il numero due del ticket repubblicano Pence ha dal
canto suo assicurato che lui e Trump rispetteranno ''la volontà del popolo
americano'' espressa l'8 Novembre e ha chiosato le affermazioni del magnate sul
voto truccato, che sarebbero frutto della frustrazione per gli ''evidenti pregiudizi
nei media nazionali''.
Ma di lì a poco Trump è stato di nuovo esplicito: ''Le
elezioni sono assolutamente truccate da media disonesti e falsi che sostengono
la corrotta Hillary, ma sono anche alterate in molti seggi elettorali''.
Pence ha pure contraddetto Trump sull'eventuale ruolo di
hacker russi nel carpire e diffondere corrispondenza elettronica della
campagna democratica: Mosca – ha detto Pence - dovrà affrontare ''severe
conseguenze'' se ha compromesso la sicurezza della corrispondenza elettronica
negli Usa.
Un
donatore non si tira indietro - Incurante della
valanga di accuse di molestie contro Trump, Peter Thiel, co-fondatore di PayPal
e magnate dell’informatica, gli verserà, secondo fonti a lui vicine citate
dalla stampa americana, 1,25 milioni di dollari.
Thiel, uno dei pochi miliardari Usa apertamente gay, è praticamente l'unico ‘trumpiano’ di rilievo nella comunità high-tech della Silicon Valley. Nell'elenco molto ristretto dei grandi donatori pro Trump, ci sono pure Robert Mercer (hedge fund Renaissance Technologies), che con la sorella Rebekah ha dato 15,5 milioni di dollari, e Geoffrey Palmer, un immobiliarista di Los Angeles, che ha dato 2 milioni di dollari. (fonti vv – gp)
Thiel, uno dei pochi miliardari Usa apertamente gay, è praticamente l'unico ‘trumpiano’ di rilievo nella comunità high-tech della Silicon Valley. Nell'elenco molto ristretto dei grandi donatori pro Trump, ci sono pure Robert Mercer (hedge fund Renaissance Technologies), che con la sorella Rebekah ha dato 15,5 milioni di dollari, e Geoffrey Palmer, un immobiliarista di Los Angeles, che ha dato 2 milioni di dollari. (fonti vv – gp)
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