Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 09/10/2016
Questa volta, è davvero o la va o la spacca: se toppa
di nuovo, per Donald Trump la Casa Bianca diventa un miraggio. Intorno a lui
già volano in cerchi lugubri i repubblicani moderati, fattisi da gufi avvoltoi:
chiedono che Donald si ritiri e lasci spazio al suo vice, Mike Pence, faccia
pulita, e pacata, del fondamentalismo religioso. L’establishment del partito
crede che il governatore dell’Indiana, che non difende il suo boss e che viene
descritto come furioso, avrebbe più possibilità del magnate e showman di
battere Hillary Clinton.
Trump avverte la mala parata, sa che il video diffuso
da Washington Post e Nbc di un 'fuori onda' con battute volgari sulle donne a
sfondo sessuale può essere la pietra tombale sulla sua campagna: prima prova a
minimizzare (“Una chiacchierata da spogliatoio … Bill Clinton sui campi di golf
me ne diceva di peggio”); poi si scusa; infine avverte “le possibilità che io
molli sono zero”.
Però, il magnate showman mette la testa a posto per 48
ore: rinuncia a un comizio in Illinois, dove doveva incontrare lo speaker della
Camera Paul Ryan, che per non rischiare d’incrociarlo resta a casa, mentre lui
resta a New York studiare per il dibattito di questa sera - notte, in Italia –
da St.Louis, Missouri.
E’ la rivincita, dopo il flop del primo confronto con
la candidata democratica il 26 settembre. Hillary, a un mese esatto dal voto, è
avanti in tutti i sondaggi e guadagna terreno negli Stati in bilico. La media
dei sondaggi nazionali del sito RealClearPolitics dà l’ex first lady al 48,1% e
Trump al 43,8%, sotto del 4,3%. Dall’inizio di 2 ottobre, quando i due
candidati erano separati solo da uno 0,9%, il gap s’è sempre allargato.
Se non si rilancia ora, Trump è spacciato, a meno di
tonfi della rivale, o di una sorpresa d’ottobre che cambi le carte in tavola.
Ma le sorprese di quest’ottobre 2016 gli sono finora state tutte avverse, anche
se, dopo le convention di fine luglio, la campagna è vissuta su alti e bassi da
montagne russe.
Su che cosa potrà attaccare Trump nel dibattito? Ad
allenarlo, c’erano i suoi fidi: Chris Christie, governatore del New Jersey e
capo del ‘transition team’; Rudolh Giuliani, ex sindaco di New York, l’uomo di
‘law & order’; Reince Preibus, presidente del partito repubblicano; e Roger
Ailes, esperto di tv e di molestie sessuali – ma lì Trump non ha bisogno di
maestri -.
Del resto, tutti d’accordo che temi sessuali e le
infedeltà di Bill Clinton è meglio, forse, tralasciarli, dopo il video shock
opportunamente – per i democratici – saltato fuori da qualche archivio proprio
alla vigilia del dibattito – del resto, lo stesso magnate vi aveva ufficialmente
rinunciato, dopo averli tanto minacciati -. Quanto alla politica estera, meglio
essere cauti: lì, c’è il rischio di finire ko.
La Clinton Foundation?, allora, con i finanziamenti
ricevuti da governi stranieri mentre Hillary era capo del Dipartimento di
Stato. Ci può stare. Ma la Trump Foundation non è messa meglio: s’è appena
scoperto che raccoglieva fondi illegalmente e che li usava per ‘ammorbidire’ giudici.
Restano l’ ‘emailgate’ e la strage di Bengasi: gli
argomenti sono usurati e su entrambi i fronti Hillary è già stata ‘assolta’,
dall’Fbi o dal Congresso. Trump può inoltre contare nell’aiuto di Wikileaks o
degli hackers, che in questa campagna sono di fatto al suo fianco: Wikileaks ha
appena pubblicato duemila email ‘rubate’ del presidente della campagna di
Hillary John Podesta.
L’ex first lady può invece colpirlo sullo scandalo
delle Università, sui fallimenti come imprenditore e, naturalmente, sulla
dichiarazione dei redditi che non salta fuori. Oltre che sull'atteggiamento
verso le donne.
Interprete del clima creato dal nuovo video nei confronti di Trump, l’attore e regista Robert De Niro ha definito il magnate “cane, maiale, truffatore, un artista della stronzata, un disastro nazionale”: “Mi fa arrabbiare – dice De Niro che questo Paese abbia consentito a quest’idiota di arrivare fin qui. E’ questo il genere di persona che vogliamo presidente? Credo di no”. Saranno le donne a fermarlo? Hillary le chiama a raccolta: “Possiamo bloccarlo!”.
Interprete del clima creato dal nuovo video nei confronti di Trump, l’attore e regista Robert De Niro ha definito il magnate “cane, maiale, truffatore, un artista della stronzata, un disastro nazionale”: “Mi fa arrabbiare – dice De Niro che questo Paese abbia consentito a quest’idiota di arrivare fin qui. E’ questo il genere di persona che vogliamo presidente? Credo di no”. Saranno le donne a fermarlo? Hillary le chiama a raccolta: “Possiamo bloccarlo!”.
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