Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 18/10/2016
Le accuse a priori di brogli lanciate da Donald Trump
stanno aprendo brecce nell’opinione pubblica degli Stati Uniti, nonostante l’aperto
dissenso su questo tema del partito repubblicano, mentre sondaggi ormai
incalzanti danno Hillary Clinton in vantaggio a livello nazionale, ma
testimoniano d’una corsa ancora incerta negli Stati chiave, dove decisivi
potrebbero risultare i voti sottratti all’uno o all’altro candidato dall’esponente
libertario Gary Johnson.
Brogli:
ci credono in molti – Innescato da Trump, con una mossa per
mettere le mani avanti, aumenta nell’Unione lo scetticismo sull'integrità del
voto: secondo un rilevamento Politico / Morning Consult, il 41% dei potenziali elettori
ritiene che la vittoria potrebbe essere davvero "rubata" a Trump con
brogli (il 73% sono repubblicani, il 17% democratici, gli altri non s
dichiarano).
Nell'ultima settimana, il magnate ha intensificato le
sue critiche sul sistema elettorale, definendolo "truccato" e
accusando i media d’essere dalla parte della Clinton e d’orientare la campagna
a favore della sua rivale. I dirigenti repubblicani, scettici in merito, sono “ingenui”.
In un tweet, basato su un'analisi condotta dal Center
for Public Integrity, Trump ha ieri affermato che ''i giornalisti hanno
inondato la campagna di Hillary di denaro in contanti''. Secondo lo studio
''giornalisti o persone che lavorano nel mondo del giornalismo'' hanno complessivamente
donato 396.000 dollari alle campagne dei due candidati, di cui il 96% alla democratica.
Il presidente Barack Obama è, invece, "molto
fiducioso" che le elezioni saranno condotte in modo libero e corretto,
grazie alla capacità e all'onestà dei dirigenti elettorali di entrambi i
partiti: lo dice il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, facendo per la
prima volta eco ai sospetti di brogli lanciati da Trump. Ci sono stati in
passato timori simili, ricorda Earnest, ma studi e indagini non hanno mai provato
brogli diffusi.
Emailgate
oscurata da accuse sessuali – A dare ragione al candidato
repubblicano, ci pensa l’opinionista Kimberley Strassel sul Wall Street
Journal. La tesi è che la stampa statunitense sta largamente ignorando le rivelazioni
di WikiLeaks sulla Clinton, concentrandosi, invece, su episodi e battute a
contenuto sessuale o sessista vecchi di anni.
"Se un elettore statunitense ha acceso la tv anche
per cinque minuti nell'arco dell'ultima settimana – scrive la Strassel -, quasi
certamente sa delle accuse mosse a Trump di avere molestato delle donne. Invece,
se anche trascorresse 24 ore al giorno di fronte alla tv, continuerebbe ad
ignorare che ora ci sono le prove di tutte le accuse mosse sinora alla Clinton".
Alcune delle migliaia di e-mail ottenute e pubblicate da Wikileaks sulla
campagna democratica lasciano dubbi sulla posizione della Clinton nel
cosiddetto emailgate.
La Strassel lo sostiene mentre escono sui media documenti
appena diffusi dall'Fbi, da cui risulta che un alto dirigente del dipartimento
di Stato, Patrick Kennedy, tentò nel 2015 di raggiungere un’intesa con il
Bureau perché non fossero considerate 'classificate' le informazioni contenute
in una email dell'ex segretario di Stato.
Dipartimento di Stato ed Fbi confermano il colloquio,
ma negano il ‘baratto’. Il che, però, non frena le polemiche elettorali. Trump continua
ad accusare Hillary di aver goduto d’appoggi e coperture per evitare l’incriminazione
nell'emailgate – cioè l’uso dell’account privato di posta elettronica invece di
quello ufficiale -, per il quale "dovrebbe essere in galera".
Per Trump, la vicenda delle email della Clinton e le pressioni del Dipartimento di Stato
sull'Fbi sono ''peggio del Watergate'': il Dipartimento di Stato cercò di
''coprire i crimini di Hillary nell'inviare informazioni classificate su un
server cui nostri nemici potevano avere accesso''.
Sondaggi
nazionali e negli Stati in bilico – A livello nazionale, Hillary
Clinton è avanti nove punti su Donald Trump, 47% a 38%, per un sondaggio Cbs, e
otto punti, 47% a 39%, per un sondaggio Cnn. Per la Cbs, il candidato
libertario Gary Johnson è all'8%, la verde Jill Stein è al 3%. Limitando la
corsa ai due principali candidati, la Clinton ha il 51% delle preferenze, Trump
il 40%: il divario va allargandosi.
Il dato della Cnn è, invece, una media di recenti sondaggi
a livello nazionale (quello della Cbs non è ancora calcolato), tutti fatti dopo
le prime uscite di commenti sessisti del candidato repubblicano.
Un rilevamento autonomo Cnn/Orc indica, invece, che la
corsa resta incerta in tre Stati in bilico, Nevada – la Clinton avanti di due
punti -, North Carolina – la Clinton avanti di un punto – e Ohio – Trump avanti
di quattro punti -. Mancano dati sulla Florida. In questi Stati, la corsa
potrebbe essere decisa dai voti sottratti da Johnson all’uno o all’altro dei
candidati principali.
Attacco contro ufficio di Trump in North Carolina – L’attacco contro un ufficio della campagna di Trump nella Orange County in North Carolina è stato condotto da “animali che rappresentano Hillary Clinton”: le bombe molotov sono state lanciate “perché stiamo vincendo”. Lo afferma, ovviamente, il magnate, mentre l’ex first lady condanna l’azione, definita “inaccettabile” e “orribile”. Accanto alla sede repubblicana attaccata, è stata trovata la scritta: “Nazisti repubblicani, andatevene dalla città o altrimenti … “. L’azione viene considerata un atto di terrorismo politico. (fonti vv – gp)
Attacco contro ufficio di Trump in North Carolina – L’attacco contro un ufficio della campagna di Trump nella Orange County in North Carolina è stato condotto da “animali che rappresentano Hillary Clinton”: le bombe molotov sono state lanciate “perché stiamo vincendo”. Lo afferma, ovviamente, il magnate, mentre l’ex first lady condanna l’azione, definita “inaccettabile” e “orribile”. Accanto alla sede repubblicana attaccata, è stata trovata la scritta: “Nazisti repubblicani, andatevene dalla città o altrimenti … “. L’azione viene considerata un atto di terrorismo politico. (fonti vv – gp)
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