Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net lo 03/10/2016
"Lei
è cattiva, ma io posso esserlo molto di più": parlando al New York Times,
Donald Trump cerca di mettere pressione sulla rivale Hillary Clinton, in vista
dei loro due prossimi dibattiti televisivi, il 9 e il 18 ottobre. Il candidato
repubblicano, che, a giudizio del pubblico, non è andato bene una settimana fa,
il 26 settembre, nel primo dibattito, intende evocare questa volta le infedeltà
coniugali del marito di Hillary, l’ex presidente Bill, anche per allontanare da
sé l’accusa di trattare male le donne.
“Hillary
Clinton è sposata all'uomo che più di tutti nella storia della politica ha
abusato delle donne", ribadisce il magnate: “Hillary era una facilitatrice
e attaccava le donne che Bill maltrattava”. Quanto ai suoi propri affari
extraconiugali, Trump afferma che la questione "non è mai stata un
problema" rispetto ai suoi tre matrimoni, di cui uno finito in divorzio
dopo che ebbe una relazione con colei che divenne poi la sua seconda moglie.
"Non ero presidente", ha risposto, incalzato.
Il ruolo di Farage
- Fra il pubblico, nel dibattito di domenica, che si svolgerà con la formula
dell’assemblea, in cui i cittadini rivolgono domande ai candidati, ci sarà, su
invito di Trump, l’ex leader dello Ukip Nigel Farage, che, in un’intervista
alla Cnn, dà un consiglio al magnate: "Donald, non lasciare che lei ti
irriti, tu parla alla gente!". Per Farage, "le elezioni americane
pongono una scelta chiara tra desta e sinistra, molto più di quanto la ponesse
il referendum sulla Brexit" nel Regno Unito.
Negli
ultimi giorni, s’era detto – e smentito – che l’ex leader degli euroscettici
britannici, tornato negli Usa subito dopo il primo dibattito, avrebbe
‘allenato’ il candidato repubblicano, in vista del prossimo dibattito.
Partecipando,
ad agosto, in Mississippi, a un evento della campagna di Trump, Farage
dichiarò: "Se fossi un cittadino americano, non voterei Hillary neanche se
mi pagassero”. L’attuale capo della campagna repubblicana, Stephen Bannon, è un
sostenitore della Brexit e Breibart, il sito di informazione conservatore da
cui proviene, ha forti legami in Gran Bretagna con l'Ukip.
Caccia ai ‘sanderistas’ –
Nella sua campagna, Trump dà pure la caccia ai giovanissimi che, nelle primarie
democratiche, hanno sostenuto con grande partecipazione il senatore socialista del
Vermont Bernie Sanders, rivale della Clinton per la nomination democratica.
Molti di essi ora non si riconoscono in Hillary, nonostante Sanders l’appoggi.
Per
attirarli, il magnate utilizza un audio della ex segretario di Stato,
registrato a febbraio durante una raccolta fondi: Hillary li definisce i
"figli della Grande Recessione" che vivono ancora con i genitori e
sono insoddisfatti della loro istruzione e del lavoro. Trump la gira così: “Hillary
è convinta che i sostenitori di Bernie siano inetti e ignoranti". Ma se i ‘sanderistas’
non si riconoscono nella Clinton è improbabile che lo facciano in Trump.
Star Trek ‘scarica’ Trump –
Protagonisti e appassionati di una delle più fortunate e longeve serie
televisive si mobilitano contro Trump e a favore di Hillary, perché – affermano
- "non c'è mai stato candidato presidenziale in totale opposizione agli
ideali dell'universo di Star Trek come lo è Donald Trump".
Nomi celebri delle
diverse edizioni della saga spaziale e fan firmano una dichiarazione che dice:
"Star Trek ha sempre dato una visione positiva del futuro, una visione di
speranza e ottimismo, e soprattutto una visione inclusiva dove lo stesso rispetto
e la stessa dignità vengono riconosciute a persone di tutte le razze, dove le
convinzioni e gli stili di vita individuali vengono rispettati se non pongono
una minaccia per gli altri". (fonti
vv – gp)
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