Scritto per Il Fatto Quotidiano del 22/10/2016
Scampato,
per ora, a Bruxelles il pericolo di nuovi sanzioni europee, che avrebbe
innescato l’ennesima escalation di provocazioni e reazioni, la Russia proroga
la tregua ad Aleppo, ma s’avvia anche ad aumentare in modo significativo la proprio
presenza navale nel Mediterraneo. La mossa conferma l’attenzione del Cremlino
per la base navale siriana di Tartus, l’unica base navale russa fuori del
territorio nazionale, adesso che la Crimea, e quindi la base di Sebastopoli,
sono ritornate alla Madre Patria.
Una flotta
russa sta navigando da giorni verso il Mediterraneo per partecipare alle
operazioni anti-Califfo, e pro-Assad, in Siria. Il convoglio, che include la
portaerei Kuznetsov, era stato intercettato, già a metà settimana, dalle forze
armate norvegesi ed ha ieri attraversato il Canale della Manica, tenendosi in
acque internazionali.
Secondo
fonti della Nato, la flotta russa, uscita dalla base di Arcangelo, nella
penisola di Kola, rappresenta il più cospicuo movimento navale militare dai
tempi della Guerra Fredda. La Tass informa che la portaerei Kuznetsov, dotata
di missili da crociera, ha a bordo 15 caccia e 31 elicotteri. Ad accompagnarla,
c’è un incrociatore a propulsione nucleare, il Pietro il Grande, oltre a due
unità anti-sommergibile e a quattro navi appoggio. Due corvette, che risalgono
l’Atlantico da Sud, stanno per unirsi al convoglio.
La Nato
esprime preoccupazione. Il Regno Unito allerta la propria Marina militare. Da
Portsmouth, salpa il cacciatorpediniere HMS Duncan: con la HMS Richmond, scorta
da vicino la flotta russa. "Quando unità del genere navigano vicino alle
nostre acque, le marchiamo a uomo in ogni momento del loro tragitto",
spiega un portavoce del ministero della Difesa. “E’ parte del nostro fermo
impegno a mantenere sicuro il Regno Unito".
Le unità
russe non hanno certo intenzioni ostili nei confronti dei Paesi atlantici. Si
ipotizza che esse possano piuttosto partecipare all'assalto finale contro Aleppo,
la città martire del conflitto siriano. Mosca ha già bombardato la Siria dalla
navi, con missili lanciati dalla piccola flotta del Mar Caspio. Con la
Kuznetsov e il Pietro il Grande in campo, la gragnola di cruise sarà molto più
fitta e i raid più sostenuti.
In attesa
dell’arrivo dei rinforzi, non prima della prossima settimana, la Russia ha
deciso la proroga fino ad oggi, dalle 8 alle 19 locali, del cessate-il-fuoco
umanitario ad Aleppo Est e in tutta l’area intorno, per consentire l'afflusso
di aiuti e la fuoriuscita dei civili intenzionati a sottrarsi agli scontri e ai
bombardamenti, come pure degli stessi ribelli: a stabilirlo, è stato il
presidente Putin, accettando "la richiesta dei rappresentanti dell’Onu e di altre organizzazioni internazionali".
Un
portavoce russo dice: “I nostri militari hanno creato le condizioni necessarie"
per l’evacuazione della popolazione, ma "i corridoi umanitari sono
bloccati dai terroristi che li tengono costantemente sotto il loro fuoco",
mentre "approfittano della pausa" per preparare un’ampia
controffensiva. Colpa, dunque, della “cosiddetta opposizione moderata e di
coloro che l'appoggiano" se praticamente nessuo degli oltre 250 mila
civili tuttora intrappolati nei quartieri orientali se n’è andato.
Il dato è
confermato anche dall’Osservatorio siriano per i Diritti umani. Il generale
russo Rudskoi dà cifre risibili: i corridoi umanitari allestiti sono stati
utilizzati da sette civili e da otto miliziani feriti di Ahrar al-Sham, gruppo
salafita rivale del sedicente Stato islamico e alleato degli ex qaedisti del
Fronte Fateh al-Sham (ex al Nusra).
Per la Russia, la sessione straordinaria del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, dedicata al dramma di Aleppo, è stata meno indolore del Vertice di Bruxelles: a maggioranza, il Consiglio ha approvato una mozione di condanna del regime di al-Assad, e della Russia che lo sostiene. L’atto non comporta conseguenze.
Per la Russia, la sessione straordinaria del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, dedicata al dramma di Aleppo, è stata meno indolore del Vertice di Bruxelles: a maggioranza, il Consiglio ha approvato una mozione di condanna del regime di al-Assad, e della Russia che lo sostiene. L’atto non comporta conseguenze.
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