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giovedì 5 giugno 2014

G7: per i Grandi, sicurezza energetica è priorità e non è arma

Scritto per EurActiv.it lo 05/06/2014

Quando i Vertici sono fuffa, succede sempre così: i leader se ne vanno tutti in gran fretta, lanciando ciascuno un messaggio diverso. Questa volta, molti si sono trasferiti a Parigi, dove il grande assente del G8 di Sochi declassato a G7 di Bruxelles, il presidente russo Vladimir Putin, già li attendeva per una serie di bilaterali.

Il G7 aveva esaurito nella prima giornata i temi politici, rinnovando, in un comunicato, la minaccia di inasprimento delle sanzioni alla Russia per l’Ucraina, ma guardandosi bene dal vararne di nuove, anche perché dal Cremlino vengono segnali di distensione. La Merkel lo ha confermato, segnalando aperture di Putin al nuovo presidente ucraino Petro Poroshenko (i due, domani, saranno accanto al ‘Vertice dello Sbarco’ in Normandia).

La giornata odierna è stata dedicata a un intreccio di incontri –il premier italiano Matteo Renzi ne ha avuto uno di 45’ con la cancelliera tedesca Angela Merkel- e alle questioni economiche ed energetiche. Decisioni fattuali, zero o giù di lì. E l’assenza di Putin non c’entra: né sull’energia né sulla liberazione degli scambi transatlantici i dossier erano maturi.

I Grandi hanno indicato la sicurezza energetica come una loro priorità e hanno definito inaccettabile usarla come arma politica –quel che la Russia fa neppure velatamente nella crisi ucraina-. Alla fine, di Ucraina hanno parlato solo il presidente Usa Barack Obama (“Siamo pronti a imporre alla Russia nuovi costi”) e il premier britannico David Cameron (“Putin si fermi o partiranno nuove sanzioni”).

Scontati i commenti economici. François Hollande, presidente francese: “I paesi con surplus stimolino la domanda interna”. Il premier Renzi: “E’ importante investire sulla crescita”.

Con la Merkel, Renzi ha soprattutto parlato di Ue –e coi giornalisti, alla fine, di questioni italiane-, a parte un siparietto sui Mondiali di calcio, che è quasi di prammatica tra Italia e Germania –è l’unica occasione dove li battiamo quasi sempre-.

Generale il consenso sull’azione della Bce a difesa dell’euro e contro la deflazione. Per la Merkel, la trattativa sulle nomine europee s’annuncia “molto difficile”. Per Renzi, l’Italia “non ha un nome o una candidatura nazionale” e “vuole essere protagonista sui temi, non sui ruoli”.

Sull’Unione, pure Obama ha offerto una chicca di luogo comune: “Difficile immaginare un’Ue senza Gb”. Sapesse com’è difficile viverne una con la Gran Bretagna.

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