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giovedì 19 giugno 2014

Italia/Ue: presidenza -12, maretta con Ue, ma c’è roadmap

Scritto per EurActiv il 19/06/2014

La tempesta (in un bicchier d’acqua?) sulla procedura d’infrazione per i tardivi pagamenti della Pubblica Amministrazione alle imprese turba le relazioni fra Governo italiano e Commissione europea, a meno di due settimane dall’inizio, il 1° luglio, del semestre di presidenza di turno italiana del Consiglio dell’Ue.

Più che tra Roma e Bruxelles, la tempesta, però, è tutta romana: pretesto di polemiche fra Pd e FI, perché a lanciare –correttamente e motivatamente- la procedura è il vice-presidente dell’Esecutivo Antonio Tajani, responsabile dell’Industria, esponente di FI.

La procedura, del resto, è solo una delle 117 –il dato è di oggi e ci conferma maglia nera nell’Ue- che riguardano l’Italia: non vale un dramma. Tanto più che l’andamento lento delle leggi europee all’esame del Parlamento lascia temere un aggravamento della situazione nei prossimi mesi.

Se c’è un’incrinatura nei rapporti con la Commissione, l’incontro di ieri a Palazzo Chigi tra il premier italiano Matteo Renzi e il presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy sembra invece avere sortito una sorta di roadmap per il ‘semestre italiano’: nessun via libera e nessun diktat sui nuovi vertici delle Istituzioni comunitarie, ma la condivisione di un metodo di lavoro che prevede una valutazione complessiva e un documento sul futuro dell'Europa.

Questa, almeno, la linea Renzi sull'avvenire e sui vertici dell'Unione, espressa a Van Rompuy e nelle telefonate dei giorni scorsi a numerosi leader, dal francese Hollande al britannico Cameron a, oggi, la tedesca Merkel.

Renzi ha incassato il sì di Van Rompuy alla definizione di un documento sul futuro dell’Europa, cui si starebbe lavorando a Bruxelles e nelle cancellerie dei 28. Un approccio di metodo che cambia verso al dibattito sulle nomine dei vertici delle Istituzioni, a partire dalla controversa presidenza della Commissione europea: i nomi vengono dopo la definizione d’una Europa all'altezza delle sfide che ha davanti.

Nessun via libera, dunque, né diktat su questo o quel nome, ma l'emergere dell’importanza di una soluzione complessiva che valorizzi, questo sì, la rappresentanza di genere. La linea Renzi appare chiara alla stampa europea: secondo Le Figaro e Les Echos, il premier italiano punta a una svolta "sostanziale" nell’Unione ed è pronto a rinunciare a una minoranza di blocco contro l’ex premier lussemburghese Jean-Claude Juncker alla Commissione europea in cambio di un’interpretazione più flessibile delle regole di bilancio e di una politica di crescita.

E la stampa britannica prepara il terreno a una sconfitta dell’intransigenza di Cameron su Juncker , visto che avrebbe perso –The Guardian- “il suo nuovo migliore amico e presunto alleato”, cioè Renzi, la cui priorità non è bocciare Juncker ma “allentare l’austerità”.

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