Scritto per EurActiv.it lo 02/06/2014
Fra i 73 eurodeputati italiani
eletti il 25 maggio, vi sono potenziali protagonisti della VIII legislatura del
Parlamento europeo. I ‘volti noti’ sono soprattutto nelle fila di Pd (31 eurodeputati)
e FI (13), mentre le 17 del M5S sono tutte ‘facce nuove’ della politica italiana
ed europea: una di loro potrebbe essere la sorpresa della legislatura.
Nel mese di giugno, il
nuovo Parlamento organizzerà i suoi gruppi e i quadri di ciascun gruppo,
designerà le candidature alla presidenza e alle vice-presidenze dell’Assemblea
e comincerà a progettare le ripartizioni dei deputati nelle varie commissioni e
la corsa alla presidenza delle stesse.
A luglio, con la prima
plenaria e l’elezione del presidente e dei vice, l’attività del Parlamento
entrerà nel vivo. E, parallelamente, scatterà il ‘valzer delle poltrone’
europee, con la designazione, da parte del Consiglio europeo, del presidente
della Commissione europea ed il voto d’investitura da parte del Parlamento; le
designazioni, da parte dei singoli Stati, dei commissari europei, che saranno
poi sottoposti al vaglio dei deputati; la nomina del nuovo presidente del
Consiglio europeo e dell’alto rappresentante per la politiche estere e di
sicurezza comuni, vice-presidente di diritto della Commissione, ed,
eventualmente, del presidente dell’Eurogruppo.
Una fase che l’Italia
affronta zoppa, perché non c’è un italiano nella Commissione europea essendo
Antonio Tajani, vice-presidente e responsabile dell’industria, stato eletto il
25 maggio ed avendo già optato per l’Assemblea.
Ora, l’Italia dovrà
decidere come e quando rimpiazzare Tajani: se farlo ora, magari con una nomina
a termine, cioè fino alla fine del mandato della Commissione; o se individuare
subito chi dovrà essere il commissario italiano nella prossima Commissione.
Fra i candidati a
posizioni di vertice o di rilievo nel nuovo Parlamento, c’è il vice-presidente
vicario uscente Gianni Pittella, che potrebbe essere il candidato del Pd alla
presidenza dell’Assemblea; e c’è l’ex commissario europeo all'industria Antonio
Tajani, un europarlamentare di ritorno, che pure può ambire a posizioni di
punta nel gruppo e nell’Assemblea.
Nelle fila del Pd,
numerosi i potenziali protagonisti europei: ex ministri come Andrea Zanonato e
Cécile Kyenge; ex presidenti di Regione come Mercedes Bresso, pure ex presidente
del Comitato delle Regioni; europarlamentari esperti ed apprezzati come –solo
per citarne uno- Paolo De Castro, ex ministro pure lui; molti giovani renziani
(e, soprattutto, ‘renziane’) di belle speranze.
Se gli eletti del M5S
sono tutti un’incognita, quelli di Forza Italia presentano, oltre a Tajani,
figure di spicco del partito come Raffaele Fitto, Mister Preferenze delle
elezioni italiane, e Giovanni Toti, il nuovo pupillo dell’ex premier Silvio
Berlusconi. Fra chi torna, i volti noti –via tv- di Lara Comi ed Elisabetta
Gardini.
Come FI, anche Ncd e Udc
(3 deputati) confluiscono nel Ppe. E, a
Strasburgo, arriva il leader dell’Udc Lorenzo Cesa.
Fra le figure
potenzialmente controverse o polemiche, Alessandra Mussolini, una nipote del
Duce, protagonista vivace della politica italiana da una ventina d’anni, e il
leghista Mario Borghezio, che ha abituato l’Assemblea di Strasburgo a stupirsi
delle sue sortite, spesso oltre i confini del razzismo e della provocazione.
Della pattuglia di
eurodeputati che non sono stati confermati, nessuno lascia un vuoto
incolmabile, anche se fra i bocciati vi sono nomi popolari –non necessariamente
per quanto fatto a Strasburgo-, come gli FI Clemente Mastella, ex ministro a
più riprese, l’uomo che fece cadere l’ultimo governo Prodi, e Iva Zanicchi,
cantante e vincitrice del Festival di Sanremo; o ancora l’ex vicepresidente Ncd
del Parlamento europeo Roberta Angelilli. Sono pure stati tagliati fuori alcuni
presidenti di commissioni parlamentari.
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