P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

domenica 29 giugno 2014

Islam: il califfato, una storia da Maometto all'Isis

Scritto per Il Fatto Quotidiano, non pubblicato

Attenzione! Se lo state ancora cercando, nel tentativo di completare una collezione del Nonno rimasta incompiuta, non lasciatevi confondere da tutte ‘ste storie di califfato moderno: il Saladino non era un califfo, ma un sultano, il generale che riconquistò all'Islam Gerusalemme nel 1187.

La sua figurina, denominata con un classico stereotipo ‘Il Feroce Saladino’, era la più rara e quindi preziosa della collezione lanciata dalla Perugina negli Anni Trenta: ne nacque una febbre, altro che il ‘ce l’ho, mi manca’ delle raccolte dei calciatori attuali.

Il califfato è una forma di governo propria del mondo islamico, instaurata alla morte di Maometto: il califfo somma il potere religioso e quello temporale ed è simbolo dell’unità dei musulmani, cioè la Umma. Il termine significa ‘successore’, o ‘vicario’, beninteso di Maometto: un suo attributo è "comandante dei credenti".

La sua istituzione non è prevista nel Corano, anche se il termine vi compare. Alla morte del profeta, l'8 giugno 632, califfo divenne Abu Bakr, il suo migliore amico, forse il primo convertito. Nel 661, alla morte dell’ultimo dei quattro califfi ‘ortodossi’, Ali, si verificò, per deciderne la successione, lo scisma tra sunniti e sciiti, che ancora oggi divide –spesso, sanguinosamente- l’Islam.

Dopo i califfi ortodossi, si insediò a Damasco in Siria la dinastia degli Ommaiadi, seguita da quella degli Abbasidi tra Baghdad e Samarra, in Iraq. Ma i percorsi del califfato non furono tutti rettilinei: con le dinastie principali, s’intrecciano ad esempio quella ommaiade andalusa, attiva per un secolo a cavallo dell’Anno Mille e l’imamato sciita-ismailita fatimide attivo per due secoli e mezzo.

Il califfato abbaside si concluse nel 1258, quando Baghdad fu conquistata dai mongoli che fecero uccidere il califfo al Musta’sim. Però, un ramo secondario abbaside sopravvisse e, dopo essersi brevemente insediato ad Aleppo, trovò accoglienza al Cairo, sotto la tutela dei Mamelucchi.

Dopo la conquista del sultanato egiziano da parte del sultano ottomano Selim II, i vincitori nel 1517 trasferirono a Istanbul i simboli del potere califfale abbaside, con il mantello e la spada del Profeta, nel palazzo del Topkapı. Da allora, il sultano ottomano fu senza contestazioni il califfo dei sunniti.

A livello internazionale il titolo di califfo fu usato (e accettato anche dalle cancellerie europee) solo dopo la firma del Trattato di Kuçuk Kaynarca, nel 1774.

Il califfato ottomano si esaurì nel 1924/’25, quando un'assemblea costituente voluta dal presidente della Repubblica turca, Mustafa Kemal, detto Ataturk, dichiarò estinta la linea califfale del Casato di Osman. Ma nel mondo v’è ancora chi si considera legittimo erede della tradizione califfale e chi aspira a ricostituire, con le armi e la sharia, un califfato. Come i combattenti dell'Isis, lo Stato islamico dell'Iraq e della Siria.

Nessun commento:

Posta un commento