Scritto per EurActiv.it il 12/06/2014
Il documento di riferimento del semestre di presidenza di
turno italiana del Consiglio dell’Unione è un volume di 60 pagine, le cui linee
guida saranno illustrate dal premier Matteo Renzi il 2 luglio al Parlamento
europeo in sessione plenaria.
Il documento, a quanto si apprende da fonti sicure, è attualmente
sottoposto a Bruxelles a revisione ‘tecnico-linguistica’ –un passaggio che
suona esoterico-. Intanto, il programma non viene ‘postato’ sul sito della
presidenza, la cui inaugurazione –del resto- subisce ulteriori ritardi.
EurActiv.it può, tuttavia, rivelare che il programma della
presidenza si articola intorno a tre priorità: un’Unione che crei posti di
lavoro e un’economia in crescita; un’Unione che sia area di democrazia, di
diritti e di libertà; e il ruolo globale dell’Ue sulla scena mondiale.
Sono sfide che vanno ben al di là del semestre di presidenza
di turno italiana e anche del trittico che l’Italia inaugura –dopo, verranno Lettonia
e Lussemburgo-: sfide che hanno portata di legislatura - quinquennale -, quando
non generazionale.
Tutto ciò, per di più, nella consapevolezza di quanto già detto
ripetutamente: il semestre sarà breve; e l’addensarsi, di qui alla fine
dell’anno, del rinnovo di tutte le istituzioni comunitarie ridurrà ulteriormente
gli spazi legislativi, a parte il completamento dell’Unione bancaria.
Considerazioni che consigliano di evitare di creare attese ‘messianiche’ o ‘salvifiche’
nella presidenza italiana, specie dopo che il Trattato di Lisbona ha ridimensionato
il peso delle rotazioni semestrali, poiché lo Stato di turno non dirige i
Consigli europei, i Consigli dei Ministri degli Esteri e l’Eurogruppo.
Sempre secondo quanto EurActiv.it ha appreso da fonti
sicure, la prima priorità italiana si articola in otto punti: lavoro e crescita;
l’iniziativa per l’occupazione dei giovani; il rilancio della strategia 2020
–dove emerge un problema di governance-; l’approfondimento ed il rafforzamento
dell’Unione monetaria; il rafforzamento della competitività dell’Ue;
l’attuazione del mercato unico digitale; il rinascimento dell’industria; una
posizione comune su clima ed energia prima che siano decisi, a Parigi, nel
2015, gli obiettivi globali 2030.
La seconda priorità si articola in cinque punti: il funzionamento
delle istituzioni europee; il diritto d’asilo e la politica dell’immigrazione;
la gestione delle frontiere esterne, rafforzando Frontex; l’approfondimento
della cooperazione giudiziaria, con la creazione del pubblico ministero
europeo; il rispetto dei diritti dell’uomo.
La terza priorità, infine, si articola sui vari fronti
dell’attualità internazionale, compresi i problemi all’origine dell’ondata di
emigrazioni da Paesi in guerra o in lotta contro la povertà, e sui negoziati con
gli Stati Uniti per un’area di libero scambio transatlantica, che
difficilmente, si concluderanno nel trimestre –ma forse nell’arco delle tre
presidenze sì-.
Lato organizzativo, si conferma che la stragrande
maggioranza dei 18 Consigli dei Ministri informali in Italia si svolgeranno a
Milano a luglio e settembre, tranne quelli sulla cultura (a Torino) e sullo
sviluppo (a Firenze).
Fra gli eventi particolari che segneranno l’inizio della
presidenza, il Digital Venice, l’8 e 9 luglio, e un Vertice sull’Occupazione a
Torino l’11 luglio –un evento extra Ue, dopo appuntamenti analoghi in Germania
e in Francia. Altri momenti salienti in Italia della presidenza italiana
saranno il vertice Ue/Asem in ottobre a Milano e, a fine novembre, a Roma, la
conferenza ministeriale euro-africana su migrazione e sviluppo nell’ambito del
processo di Rabat.
L’organizzazione mira a contenere i costi:la Lettonia ha stanziato per
la propria presidenza 100 milioni di euro, mentre l’Italia conta di spenderne
appena 68.
L’organizzazione mira a contenere i costi:
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