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mercoledì 11 febbraio 2015

Ucraina: la vigilia di pace pare una veglia di guerra

Scritto per Metro dell'11/02/2015

Per essere una vigilia di pace, ha i toni d’una veglia di guerra. Poco prima dell’incontro a Minsk, decisivo, Mosca dà l’altolà a Washington: se gli Usa forniranno a Kiev “armi letali”, vedremo un’escalation nel conflitto. Che sarà - come si dice con diplomatica ipocrisia - “a bassa intensità”, ma fa manciate di vittime ogni giorno, militari e civili, e ha già ucciso 7.000 persone, per tre quarti civili.

L’Occidente, apparentemente unito nel sostegno alla linea di mediazione franco-tedesca, un baratto tra cessate-il-fuoco effettivo e autonomia alle Regioni dell’Est, non demorde: senza compromesso, scatteranno nuove sanzioni contro la Russia e i filo-russi e le forze armate ucraine riceveranno massicce dotazioni. Col rischio, chiaro a tutti, che l’Ucraina precipiti nella destabilizzazione.

Gli ottimisti traggono speranze proprio sulla tragicità delle prospettive, se lo sforzo di compromesso condotto al massimo livello da Hollande e dalla Merkel dovesse fallire: bagno di sangue in Ucraina ed emergenza economica in Russia. Con contraccolpi pesanti sull'Ue che, nell'intreccio tra sanzioni e ritorsioni,  ha già perso 21 miliardi di euro.

Eppure, le richieste che la parti in causa avanzano paiono reciprocamente inaccettabili. Kiev cavalca la tigre del revanscismo post-sovietico, che induce l’ex presidente della Georgia Saakashvili a dire che, con le armi dell’Occidente, l’Ucraina conquisterebbe la Russia. Mosca non pensa neppure a rinunciare alla Crimea, ormai acquisita, e punta per l'Est a un’autonomia sulla soglia dell’indipendenza. I ribelli filo-russi chiedono che sia l’Armata Rossa a fornire la forza d’interposizione per separare i contendenti, regolari e insorti.

In questo contesto, il Vertice europeo di giovedì e venerdì diventa un banco di prova della capacità dell’Unione di muoversi tra una minaccia per la pace, la crisi ucraina, e un’insidia per la propria coesione interna, la crisi greca, mentre restano forti nel Grande Medio Oriente tensioni e incognite.

Obama se la prende con Putin sull'Ucraina, “ha violato tutti gli impegni’. Ma alla Casa Bianca c’è un sabba di guerrafondai intorno al presidente: i militari chiedono l’invio di truppe sul terreno contro il Califfato;  e l’opposizione repubblicana insiste per armare l’Ucraina contro la Russia, sfidando i tabù delle ‘sfere d’influenza’ della Guerra Fredda.

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