2015/02/22 - La corsa alla nomination democratica e
repubblicana per le presidenziali 2016 pare essersi rallentata a febbraio, dopo
un’accelerazione a gennaio, a un anno esatto dall’inizio, nello Iowa, della
stagione delle primarie. Fra i democratici, la candidatura, non ufficiale, ma
estremamente probabile, di Hillary Rodham Clinton, ex first lady, ex senatore
dello Stato di New York, ex segretario di Stato e, soprattutto, in questo
contesto, ex candidata alla nomination nel 2008, sconfitta da Barack Obama, pare
al momento senza ostacoli, perché il vice-presidente Joe Biden non sembra
poterle resistere e perché la senatrice del Massachussets Elizabeth Warren fa
sapere di non avere intenzione di scendere in lizza, evitando quella corsa ‘donna
contro donna’ che avrebbe mediaticamente accresciuto l’interesse del confronto.
Fra i repubblicani, s’è fatto da parte
Mitt Romney, organizzatore dei Giochi d’Inverno a Salt Lake City nel 2002, ex
governatore del Massachusetts, candidato alla presidenza nel 2012. E, per il
momento, Jeb Bush, figlio e fratello rispettivamente del 41° e 43° presidente
degli Stati Uniti, corre da battistrada, anche se, pure lui, deve ancora
ufficializzare la sua candidatura. Ma quella di Bush non sarà di sicuro una
corsa solitaria: Marco Rubio e Ted Cruz, Chris Christie e Ron Paul hanno già
fatto mosse che indicano la volontà di scendere in campo; e Mike Huckabee, Paul
Ryan e vari altri reduci delle sconfitte 2008 e 2012 non hanno ancora
rinunciato. Le tensioni internazionali, dall’Ucraina alla Libia alla guerra al
terrorismo, e le polemiche interne, su sanità, immigrazione, gasdotti, assorbono
l’attenzione di media, politici e opinione pubblica. Ma la febbre delle
primarie cova sotto la cenere. (gp)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento