Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu il 14/02/2015
2015/02/14 – Dagli scenari di crisi internazionali, e
dal Congresso a guida repubblicana, soffiano venti di guerra sulla Casa Bianca.
Ma il presidente Barack Obama cerca di resistere e soprattutto prende temo:
chiede poteri di guerra contro il Califfato, ma per tre anni, quasi già
passando la ‘patata bollente’ al suo successore (e, intanto, assicura che non
invierà forze di terra in Iraq per missioni durature); e spera che l’intesa
sull'Ucraina raggiunta a Minsk giovedì 12 tenga, così da evitare la fornitura all'Esercito
di Kiev di armi letali. Invece, rischia di protrarsi un impegno che pareva sul punto
di chiudersi, quello afghano. Nel frattempo, il Senato conferma la nomina alla
Difesa di Ashton Carter: 93 voti a favore e 5 contro, un voto bipartisan. Carter succede a capo
del Pentagono a Chuck Hagel e avrà il compito di guidare la lotta al Califfato negli
ultimi due anni della presidenza Obama. L’intesa di Minsk dà una tregua agli
Usa sul fronte ucraino –almeno il tempo di vedere se regge o meno-, mentre, sul
fronte della lotta al terrorismo e all'integralismo islamico, il presidente ha
preso l’iniziativa, chiedendo mercoledì al Congresso di concedergli l’autorizzazione
all'uso della forza (di cui, tecnicamente, non avrebbe neppure bisogno, in
virtù dei suoi poteri). La Casa Bianca esclude esplicitamente per il momento l’invio
di forze di terra in Iraq o in Siria. Gli Stati Uniti, ha detto Obama in una
conferenza stampa, "non saranno trascinati in un'altra guerra sul terreno
in Medio Oriente" ma, ha sottolineato, sono pronti a dispiegare forze
speciali in circostanze specifiche. "Invierò le nostre truppe in contesti
di rischio - aggiunge - solo quando ciò sarà necessario per la nostra sicurezza
nazionale". Obama aggiunge che, "se un'azione contro i leader
dell'Isis fosse possibile e se i nostri alleati non fossero in grado di
realizzarla, allora io potrei ordinare un'azione alle nostre forze speciali.
Non permetterò ai terroristi di sentirsi al sicuro". L'autorizzazione
richiesta non riguarda però “l'impiego prolungato delle forze americane in
operazioni sul terreno". Sul fronte afghano, il comandante delle forze Usa
in Afghanistan, generale John Campbell, propone un ritiro più lento del
previsto dei militari statunitensi, avallando una richiesta in tal senso del presidente
afghano Ashraf Ghani. Campbell lo ha detto in un’audizione al Senato. L'attuale
piano Obama prevede un ritiro completo entro la fine del 2016. I militari
statunitensi in Afghanistan sono ora 10.600 su un totale di 13 mila effettivi restanti
della coalizione. (dispacci d’agenzia –
gp)
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