Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu il 15/02/2015
2015/02/15 - Barack Obama ha forse compromesso la
tradizionale alleanza tra i democratici e la Silicon Valley: all’invito del
presidente per il primo vertice contro i cyber-attacchi molti grossi nomi hanno
risposto picche, in aperta polemica con l’Amministrazione statunitense sul
capitolo privacy. Fra le defezioni, quelle di Mark Zuckerberg di Facebook e dei
numeri uno di Google e Yahoo. Tra i big del settore, c’era
solo Tim Cook di Apple, con i leader di società di credito ovviamente
interessate all'affidabilità delle transazioni online. La frizione tra il
presidente e i giganti dell’informatica potrebbe avere un impatto sulla
campagna elettorale per le presidenziali 2016, se i fondi di solito destinati
al candidato democratico dovessero essere ridotti o, peggio, deviati su quello
repubblicano – circostanza, quest’ultima, improbabile -. Il Datagate e lo
strascico di polemiche conseguente hanno dunque lasciato il segno. Il che non
ha però impedito a Obama di lanciare, venerdì, dall’Università di Stanford in
California, un appello alle aziende della Silicon Valley perché lavorino
con l’Amministrazione sulla cyber-sicurezza. Gli hacker –
dice il presidente, firmando l’ordine esecutivo sulla sicurezza informatica - minacciano
"quotidianamente" la sicurezza nazionale americana, economica e dei
consumatori, e costano posti di lavoro: per difendersi, ci vuole "una
collaborazione tra governo e industria": "Il grande paradosso dei
nostri tempi – prosegue Obama - è che le stesse tecnologie che ci consentono di
ottenere grandi risultati possono essere utilizzate contro di noi, esponendoci
a gravi rischi". E il presidente ricorda quanto "cruciali" siano
stati i fondi per la ricerca governativi per le grandi invenzioni tecnologiche.
L’ordine esecutivo, l’equivalente statunitense d’un decreto legge, incoraggia e
promuove la condivisione d’informazioni su minacce informatiche tra il settore
privato e il governo federale. (dispacci d’agenzie – gp)
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